Un ulivo monumentale su tre scomparso a causa della Xylella, si attivi subito il piano di rigenerazione olivicola

L'avanzare della Xylella ci ha privati per sempre di storici esemplari di piante di ulivo di inestimabile valore sul piano storico, ambientale, paesaggistico, economico e occupazionale  

La Xylella ha distrutto un ulivo monumentale su tre: è questa la stima di Coldiretti Puglia, che chiede l’attivazione immediata del bando per la salvaguardia degli ulivi monumentali, per cui sono a disposizione 2,2 milioni di euro del Piano per la Rigenerazione Olivicola.

Con il primo bando sono giunte 94 domande per 2,8milioni di euro, per cui va aperto un secondo bando per assorbire il totale di 5 milioni in dotazione sulla misura, apportando dei correttivi che Coldiretti Puglia ha già proposto, perché non sono stati finora sortiti gli effetti sperati. Le aziende vanno anche supportate con un sostegno al reddito per 5 anni - spiega Coldiretti Puglia - fino a quando gli ulivi innestati non recuperano produttività e misure a superficie per ettaro.

Nella Piana degli Ulivi Monumentali è altissima la concentrazione di ulivi millenari con ben 250mila esemplari di pregio straordinario. Si stima che alcuni di essi potrebbero addirittura avere un’età di 3.000 anni, con circonferenze che superano i 10 metri di lunghezza.

Una ricchezza dal punto di vista storico e turistico mantenuta finora in vita soprattutto da generazioni di agricoltori, a fronte di frandi sacrifici.

La gestione di un ulivo monumentale è, infatti – rileva la Coldiretti Puglia - molto più complicata, con rese produttive notevolmente inferiori rispetto a una normale pianta. A questo si aggiunge la necessità di procedere a una raccolta esclusivamente manuale, unita a maggiori difficoltà a livello di potatura e di trattamento.   

Un impegno che rischia ora di essere vanificato dall’epidemia di Xylella che dal 2013 ad oggi ha colpito 8mila chilometri quadrati, con un danno stimabile di quasi 3 miliardi euro, secondo un’analisi della Coldiretti.

Una vera e propria tempesta perfetta con gli agricoltori senza reddito da ormai 8 anni, 21milioni di ulivi secchi, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva, e un trend che – rileva Coldiretti –  rischia di diventare irreversibile se non si interviene con strumenti adeguati.

Se non esistono cure per salvare gli ulivi infetti da Xylella, unica strada – spiega la Coldiretti Puglia – è la convivenza con il batterio attraverso la pratica dell’innesto con varietà resistenti per salvaguardare gli ulivi millenari. Si tratta di una speranza confortata da alcune evidenze empiriche rilevate dopo anni di sperimentazione che hanno consentito di individuare cultivar capaci di reggere gli attacchi della malattia.

Il settore oleario è forse quello che ha resistito meglio all’emergenza sanitaria causato dal Covid 19 nel 2020 – aggiunge Coldiretti Puglia – con l’Italia che ha il primato mondiale nei consumi annui di olio extravergine d’oliva con oltre 500mila tonnellate, ma il 50% degli italiani non è ancora in grado di riconoscere un prodotto di qualità, secondo le rilevazioni di UNAPROL. I consumatori dedicano il 2,3% del proprio budget di spesa all’olio extravergine d’oliva – rileva Coldiretti regionale - con una larga propensione all’acquisto diretto proprio presso frantoi, cooperative ed olivicoltori (30%).


Pubblicato il 08/04/2022


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