Teatro Koreja: BIT - Break In Theatre. Ribalta la scena il nuovo progetto di Koreja

1 marzo 2024 - Cantieri Teatrali Koreja - Lecce

 

A Koreja secondo appuntamento con 

 BIT - Break In Theatre. Ribalta la scena

 

la nuova rassegna dedicata ai ragazzi pensata come spazio libero

per “essere ed esprimersi” attraverso il teatro

 

1 marzo 2024

Cantieri Teatrali Koreja - Lecce

 

 

       Venerdì 1 marzo torna a Koreja BIT ovvero Break In Theatre. Ribalta la scena, la nuovissima rassegna nata da idee e proposte dei ragazzi. Uno spazio che vuole essere approfondimento, ma anche divertimento e cultura, dove gli adulti sono in modalità "pause" e coltivano la fiducia. Un momento unico durante il quale i più giovani hanno completa libertà di esprimersi e di essere in un ambiente protetto qual è quello di Koreja ma, soprattutto, hanno la possibilità di vivere il teatro in modo del tutto nuovo.

Tenendo conto delle esigenze, degli interessi e delle sfide specifiche di questa fascia di età e in ascolto di istanze e proposte, Koreja ha pensato ad un ambiente in grado di rispecchiare gli interessi degli adolescenti, aumentando la probabilità di partecipazione attiva.

 

Appuntamento speciale quello dell’1 marzo perché alle ore 17 i presenti avranno occasione di incontrare Giancarlo Visitilli scrittore, giornalista e critico cinematografico, docente di Lettere e fondatore della Cooperativa Sociale “I bambini di Truffaut”, che si occupa di bambine, bambini e adolescenti con disagio.

Con i ragazzi presenti Visitilli condividerà la sua personale esperienza nell'ambito del giornalismo e affronterà temi legati all’esperienza quotidiana di studenti immersi in un sistema che vive una profonda crisi morale. L’incontro è curato dal giornalino provinciale Oltre, della rivista di attualità del Liceo Palmieri Palm Echo, il giornalino d’istituto del Liceo Banzi La voce di Giulietta, il digital team del Liceo De Giorgi Enhance e il giornalino Lecosimò.

 

A seguire, E LA FELICITÀ, PROF? lo spettacolo che si interroga su cosa si è disposti a fare per essere felici, per essere se stessi. Ripercorrendo primo e secondo quadrimestre, compaiono in carrellata tutte le storie dei ragazzi di una classe simbolica, adolescenti cresciuti troppo in fretta, buffi, ironici, che mostrano un senso di realtà sorprendente quando sono messi di fronte a problemi più grandi di loro.

La scuola può insegnare ad essere felici? Cosa può fare un solo professore di fronte ad una valanga di problemi? Si può scoprire qualcosa di se stessi insegnando?

Trovare la risposta a questi interrogativi è una sfida all’apparenza impossibile, affrontata dal prof. con l’incoscienza di chi crede saldamente nelle relazioni umane.

Il rapporto con gli adolescenti diviene un continuo interrogarsi su se stessi e sul ruolo di adulti e, soprattutto, sulla nuda vita degli studenti, piccoli uomini e donne agitati da un intreccio di desideri, passioni, ansie, aspettative sempre sottoposte al vaglio di un mondo che ha poca indulgenza, che non aspetta, che impone, classifica e sanziona.

 

[…] Viviamo in un mondo che ci obbliga ad essere felici, evitiamo il dolore e la sofferenza come se fossero veleno, ma poi finiamo soltanto per indossare sorrisi e a tuffarci negli happy hour che si dissolvono miseramente nel giro di poche ore. Ogni processo di maturazione dell’identità, porta con sé una dose di tormento, bisogna scavare con le unghie per ritrovarsi addosso una pelle splendente. La metafora della scuola è fondante, perché è nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta che si forma l’identità e la tensione alla felicità. La scuola è l’adolescenza, quel principio di realtà che riporta a terra ogni volontà di evasione: la scuola odiata delle coniugazioni e delle interrogazioni, ma anche la scuola amata, che apre squarci inattesi di bellezza e relazioni autentiche […] Prendendo alla lettera Italo Calvino, “anche a vivere si impara”.

COSTI E OPZIONI

Prima esperienza in Puglia, il progetto BIT iniziato lo scorso gennaio (e composto da 4 appuntamenti in programma fino ad aprile) risponde alle esigenze specifiche dei più giovani, offrendo loro opportunità di espressione creativa, promuovendo la connessione sociale e la diversità culturale di stili e prospettive, promuovendo la costruzione di comunità e le connessioni sociali attraverso l’esplorazione di temi rilevanti attraverso un modo di apprendimento informale, spontaneo e accessibile.

In questa fase, gli adolescenti sviluppano la propria identità e cercano modi per esprimere chi sono e cosa amano, per questo BIT vuole essere un “momento culturale dedicato” che fornisca loro uno spazio per esplorare e condividere le proprie passioni attraverso l'arte, la musica, il teatro, la letteratura e altre forme creative in “libertà protetta” senza genitori o insegnanti.


Pubblicato il 01/03/2024


Condividi: