Attenzione - Articolo del 2009! Clicca qui per vedere le foto di Villa Mellacqua restaurata e per conoscere meglio questo piccolo gioiello di Leuca
Leuca - Villa Mellacqua, gioiello da salvare. A Leuca, dove fu eretta nel lontano 1876, ruvidamente la definiscono «Il comò sottosopra», per via della sua caratteristica forma quadrangolare che richiama, appunto, quella di un comò rovesciato, con i piedi - rappresentati da quattro guglie - a svettare verso il cielo. Al di là dell’originale accostamento, scaturito dall’ironia venata dal sottile sarcasmo, tipica delle genti salentine, l’edificio resta uno tra i più spettacolari esempi di un filone architettonico che, con la sua gradevole eccentricità, ha lasciato un’impronta indelebile in un tessuto urbano altrimenti senz’anima.
Leuca, invece, un carattere ce l’ha. Trasuda dalle note, sia pure bizzarre, delle sue ville patrizie, spesso decorate con colori sgargianti, ma che bene rappresentano le pulsioni dell’aristocrazia salentina, la quale, sul finire dell’Ottocento, trasmutava nella nuova classe borghese. Villa Mellacqua, è una delle tante residenze signorili leucane, tra le più interessanti per l’unicità del suo stile neogotico, reso quasi fiabesco dalla sua tinta rosa pastello. Ma oggi è anche un bene da recuperare e tutelare perché porta su di sé ben evidenti i segni del tempo che i proprietari, con i loro sforzi, non sono ancora riusciti a cancellare. Eppure, se qualcuno desse loro una mano, sarebbe molto gradita, anche solo per stilare un progetto di recupero in grado di restituire alla vetusta dimora la freschezza dei tratti di un tempo, il fascino antico offuscato dal peso dei suoi oltre 130 anni. La signora Chiara Lucia Mellacqua, che ha ereditato la villa ha cercato, da sola, di fare il possibile. «Una decina d’anni fa ho ridipinto tutte le pareti esterne - racconta - però non è servito a nulla». L’edificio sorge a una cinquantina di metri dal mare e la salsedine è un nemico infame. «Da sola non c’è la faccio - si sfoga la signora Mellacqua - . Non sarebbe male se qualcuno ci venisse in soccorso. Il Comune di Castrignano del Capo vuole solo prendere da Leuca e non dare, quindi, non è saggio aspettarsi qualcosa di buono. Quest’anno, poi, ci si e messo anche il mare sporco. Se perdiamo anche quello, che è la nostra risorsa più importante, è finita davvero».
Si stopperebbe sul nascere anche il progetto che la famiglia Mellacqua sta portando avanti per adibire il secondo piano della villa a bed & breakfast. «È doloroso sentire la gente lamentarsi - confessa Chiara Lucia - perché il mare è brutto. Sono tutti spaventati, arrabbiati, non sanno cosa succede e nessuno sa spiegarci il perché, neppure le istituzioni. Non era mai accaduta una cosa del genere e speriamo che sia un episodio passeggero». La signora Mellacqua trascorre nella sua splendida dimora qualche settimana in estate, poi se ne torna nella sua Montesano, paese del Capo dove ha le sue radici. A Maggio apre i cancelli ai primi turisti che raggiungono il Finibus Terrae per «Ville in festa», l’iniziativa che mette in mostra le antiche residenze leucane. «Consentiamo l’accesso al solo giardino, le stanze restano chiuse, poi quando è tutto finito, me ne torno a Montesano», spiega la proprietaria. Villa Mellacqua si trova a Leuca in via Tommaso Fuortes e domina il mare da una collinetta che dista circa cinquanta metri dalla costa. E’ una delle più belle ville patrizie che punteggiano la marina di Castrignano del Capo. Fu edificata, su progetto dell’ingegnere Giuseppe Ruggieri, nel 1876.
Antonio Della Rocca - corriere del mezzogiorno
Pubblicato il 13/07/2009