L'evento di Radio padania in Salento
Così dal basso Salento - parte via etere la crociata contro il Sud
di TONIO TONDO
SANTA MARIA DI LEUCA - Radio Padania Libera, ore 8.45: va in onda la rassegna stampa con la lettura dei giornali. Al centro dei commenti l’articolo «Buon giorno, Terronia», pubblicato nella “Gazzetta di Lecce”. «E’ la solita iniziativa meridionale e comunista - dice irato il conduttore -, vogliono chiudere Radio Padania; preferiscono eliminare chi non la pensa come loro, sarebbe più semplice cambiare canale». Il conduttore è anche soddisfatto. «Abbiamo una nuova frequenza - esclama felice -; così possono ascoltarci anche nel Salento, profondo Sud». La frequenza, l’ultima conquista, è la 105.6 MHz, la stessa di Radio Nice, del gruppo Mixer Media. I leghisti l’hanno occupata dal 17 dicembre, senza neanche avvisare.
E’ istruttivo ascoltare la radio. Per farlo, bisogna spostarsi oltre Maglie e Gallipoli. Lungo la linea mediana del Salento, le trasmissioni delle due radio, la leghista e la leccese, si sovrappongono e s’impastano. Tutto il Basso Salento, invece, è dominio padano. Due i temi di ieri, fino a sera: le dichiarazioni del presidente Napolitano sul rispetto del tricolore e, appunto, la diffusione del verbo leghista fino a Santa Maria di Leuca.
C’è ressa con le telefonate. «Rispettare il tricolore? - si chiede un signore della Brianza -, non scherziamo, è la bandiera imposta dai massoni meridionali a Vittorio Emanuele II. La filippica è martellante. Napolitano, in visita in alcune città del Nord, rivendica il suo compito e dovere di difendere l’unità e la coesione dell’Italia. Dai microfoni, le contestazioni: «L’unità è stata fatta contro i popoli, del Nord e del Sud». Poi il colpo basso: «Noi abbiamo versato il sangue per unire; loro, quelli del Sud, nella prima guerra mondiale sono scappati, sono andati via».
Meridionali vigliacchi, padani eroi. Il conduttore è più pietoso. «Sì, è vero, parliamo male dei meridionali, ma solo in una minima parte dei programmi». Ma non è vero, l’ira per il Sud è continua, anche in trasmissioni sull’arte. E’ puntuale la telefonata sulle virtù lombardo- venete e sul parassitismo del Mezzogiorno. Emerge l’euforia per la nuova frequenza. «Speriamo che ci ascoltino nel profondo Sud». «Cari amici della Valtellina, cari amici di Santa Maria di Leuca... ».
E’ pomeriggio, la trasmissione è dedicata alla canzone lombarda. Alcuni brani sono molto belli. Lella Greco canta una sorta di inno alla Lombardia («L’acqua ciara che scorr in di vall.../ quand la cunta la storia lombarda/ ona storia de cai e sudor...»), che commuove. Ma le canzoni popolari diventano solo il pretesto. «Sono un ex carabiniere del profondo Sud, parlo da Santa Maria di Leuca - e il timbro della voce non sembra proprio salentino -, dovete aiutarci a realizzare la regione Salento, noi non c’entriamo nulla né con l’Italia né con la Padania, siamo greco- albanesi, meglio da soli». Parole sante per i padani. Surreali per i salentini. Interviene spedita Manuela, una signora che ogni momento litiga con i romeni vicini di casa. «Cosa c’entrano con noi? Parlano di unità, ma quale unità, ciascuno stia a casa propria. In Italia ci sono regioni a statuto speciale, regioni in mano alla delinquenza, questa non è unità».
Il conduttore, Ado Mauri, che è anche cabarettista cerca di addolcire la pillola con barzellette sulle maialine e sulla diarree. «Pronto, sono della Bassa, ma cose vuole Napolitano...». E giù parole irripetibili sull’età del presidente e sulle sue origini politiche. Spontaneo il pensiero: perchè l’Italia è diventata così acida e cattiva, cosa succede nella testa delle persone? Irrompe una signora di Mantova: «Ma come, la radio arriva a Santa Maria di Leuca e non si sente più a Mantova? Cosa succede?» Il conduttore è in difficoltà, i leghisti hanno perduto un’antenna.
Arriva la sera, è il momento della musica classica e degli autori regionali prima dell’unità d’Italia. Del piemontese Viotti, del lombardo Fumag alli, poi del veneto Vivaldi , tutti bravi e italiani. Trascina la sinfonia “La tempesta” di Vivaldi. «Ecco, la musica unisce tutti - dice Luigi Nicolardi, bravo sindaco di Alessano, il paese di don Tonino Bello -. Noi non diciamo “no” alla radio dei leghisti, vogliamo ascoltarli e confrontarci con loro. Però di tutto il loro odio non sappiamo che farcene, parlino un po’ di accoglienza e di solidarietà». Parole bandite a Radio Padania Libera.
fonte: gazzetta del mezzogiorno
Pubblicato il 10/01/2011