Leuca - Litoranea del Ciolo ancora chiusa

Si allarga la protesta dei commercianti

 CHIAMATA IN CAUSA LA PROVINCIA
  Litoranea chiusa operatori commerciali sul piede di guerra
di  MAURO CIARDO 

Leuca - La litoranea del Ciolo resta ancora chiusa, si allarga la protesta del operatori commerciali che vanno avanti con i cartelli «fai da te», mentre Legambiente chiede lumi all’Ente parco. Non accenna a diminuire la polemica nei confronti della Provincia di Lecce, titolare della strada 358 detta «delle terme salentine», che collega Santa Maria di Leuca a Otranto passando per Castro.  Uno dei luoghi più suggestivi del Salento che però si trova chiuso al traffico per 9 chilometri da quasi un mese, per via di alcuni massi pericolanti che si trovano in località «Aspro», in territorio di Gagliano.  L’altra settimana il Comune ha provveduto a rimuovere quelli di sua competenza all’interno della caletta naturale   sovrastata dal ponte, mentre quelli che ricadono in aree private devono essere fatti brillare dagli artificieri a spese dei proprietari.  Tutto questo aspettare ha fatto infuriare i titolati dei ristoranti, dei chioschi e dei disco pub che si trovano sulla costa, che vendono diminuire a vista d’occhio la clientela proprio perché si vieta ai mezzi di passare.  Del caso se ne sta occupando anche la locale protezione civile, che ha chiesto alla Provincia di restringere l’area di interdizione unicamente ai metri relativi alla località «Aspro», ma fino a ieri i segnali erano ancora al loro posto.  Gli esercenti li hanno tappezzati di cartelli che invitano i turisti a non fermarsi ma a proseguire fino ai loro locali, che in realtà si trovano distanti almeno qualche centinaio di metri dai luoghi di pericolo. «Ora basta - hanno tuonato - qui si sta   giocando con la pazienza di chi vive di questo lavoro e aspetta proprio la stagione estiva per guadagnare qualcosa. Abbiamo dipendenti da pagare - sottolineano - merce che va in malora se non viene consumata ed elettricità che viene utilizzata per tenere aperte le attività. Chi ci ripagherà di tutti questi disagi?».  L’appello ad accelerare i tempi era stato lanciato già ai primi di giugno e un mese di stop in piena estate pesa come i macigni da abbattere, mentre la protesta dilaga anche a Leuca, dove non arrivano più i pullman provenienti dalla litoranea adriatica.  Il circolo Legambiente “Capo di Leuca” in queste ore sta interessando l’Ente parco naturale per capire se l’organismo sia stato o meno interessato dai lavori e se in una zona protetta si possa procedere con cariche esplosive per demolire parti di roccia pericolante.   
 
 
 


Pubblicato il 23/06/2010


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