Dall'ultimo numero del quotidiano IlLeuca
Leuc@ tra Web e realtà
La società della comunicazione si è concretizzata con weblog, social network e facebook. Questi veicoli digitali, alla portata di tutti per costo e funzionalità hanno travolto anche gli atavici sostenitori del face to face comunicativo. Le amicizie sul web sono in fondo più facili da gestire, una parolina di tanto in tanto per far sentire che ci siamo, che esistiamo per l’altro e il gioco è fatto. Possiamo condividere pensieri,esperienze, commenti senza dover affrontare lo sguardo “indagatore” dell’altro, senza dover sostenere un confronto diretto che potrebbe condizionarci. Nel grosso calderone di foto, frasi e nickname
siamo liberi di diventare “traparenti” all’altro, comunicargli tutto, o quasi, senza esporci più di tanto. Così, tra luci ed ombre seduciamo l’altro raccontandoci,smascherandoci o nascondendoci, per gioco, per essere ascoltati o per non sentirci soli nel mondo. La realtà del web si sviluppa in un rapporto dialettico tra violazione della privacy e narcisismo individuale. Essa in fondo riproduce le contraddizioni dell’uomo contemporaneo, che da un lato chatta con un nickname per non essere riconosciuto, dall’altro si diverte a spiare il mondo come da un buco della serratura. Il fenomeno non coinvolge solo gli adolescenti; nella lista delle “dita accanite sulla tastiera del pc” ci sono quelle di illustri personalità e professionalità del nostro tempo, che dedicano un bel po’ di tempo e cura al proprio profilo virtuale. Scambiano idee e insieme crescono, si confrontano condividono ideali, sogni, progetti, punti di criticità. Assodato dunque, che ormai il mondo di internet è una realtà e che coinvolge tante “dita”, esso può diventare un valido strumento per promuovere il nostro territorio ed una risorsa anche per Leuca. Forse infatti non tutti sanno che esiste su facebook un gruppo “il Leuca” che raccoglie nel suo interno numerosissimi iscritti. È bello scorrere le loro foto, tanti amici che credono nel giornale e soprattutto in Leuca, leuchesi doc, turisti abituali,altri occasionali che però si portano ancora l’azzurro del mare e il profumo di Leuca nel cuore, altri che non ci sono mai stati, ma che sperano un giorno di poterla visitare.
Ci sono, anche al di là dei siti ufficiali www.illeuca.com (il nostro) e www.leucaweb.it (la rivista on line di Santa Maria di Leuca cura del Circolo culturale “La Ristola”), tantissime iniziative on line che hanno come protagonista la nostra terra. La lista è lunga ed è bello vedere come, anche se spesso Leuca è d i m e n t i c a t a dalle amministrazioni che dovrebbero in primis prendersi cura di lei, c’è comunque tanta sensibilità intorno ad un paese che sembra andare in letargo d’inverno e “russare” addirittura d’estate, che comunque continua,nonostante tutto, a far sognare. La rete rappresenta per Leuca il futuro nel presente, la nuova frontiera per
il turismo. I commercianti dovrebbero avere maggiore consapevolezza di questo fenomeno e sfruttare di più questo mezzo potentissimo di diffusione e di informazione: in fondo basterebbe solo un decimo degli amici de “il Leuca” su facebook per mettere su un evento e risvegliare Leuca, che può offrire tanto. Si dovrebbe prendere coscienza di questa fitta rete, fatta solo apparentemente di foto, parole, video appartenenti a qualche angolo sperduto del mondo, che rivela complessi sistemi di relazioni e identità territoriali che arricchiscono. Spero che gli “amici” di Leuca continuino a promuovere questa terra con ogni mezzo mediatico, perché chi fa qualcosa per Leuca fa qualcosa per se stesso e per gli altri. Probabilmente è vero che una goccia d’acqua è solo una goccia d’acqua, ma che tante gocce d’acqua sono il mare. Nel browser noi siamo anime in rete alla ricerca di un’identità reale, i nostri amici sono delle fotografie scattate per caso in un attimo di narcisismo, sono delle interfacce di rete che di tanto in tanto tramutano i pensieri in parole. Possiamo, tuttavia, imparare a sviluppare la competenza di trasformare il
poliedrico spazio del web in un contesto di nuove opportunità per l’identità territoriale, evitando che diventi invece il terreno di nuovi processi di spersonalizzazione. Perché dietro delle parole, digitate più o meno per caso, si rivela tutta la ricchezza di un’esistenza e di un’appartenenza ad un luogo reale, che ci ha visto compiere i primi passi, che ci ha visto cadere e rialzare, che ci ha protetto a suo modo, che spesso ci ha fatto soffrire, perchè troppo centrale o troppo periferico rispetto al mondo, ma che ci ha regalato da sempre emozioni. La realtà dei blog, di facebook, dei forum, da un lato tende ad azzerare spazio e tempo in un conflitto sempre più sentito tra spaesamento e senso di attaccamento a luoghi e non luoghi, ma il più delle volte l’altrove che cerchiamo nella rete finiamo per trovarlo in noi stessi e nella nostra appartenenza ad una terra, che ci resta dentro e ci segna per la vita,anche quando facciamo di tutto per dimenticarla.
Maria Ermelinda De Carlo
Pubblicato il 25/03/2009