Leuca: i profughi dimenticati

Il bilancio comunale non permette la partecipazione ad iniziative.

La mancata partecipazione di Leuca alle varie iniziative proposte (in occasione della giornata della memoria e non solo) a ricordo dei profughi della seconda guerra mondiale, aveva lasciato qualche malumore tra chi a Leuca aveva vissuto, personalmente, la tragedia dei tanti profughi presenti nella cittadina. Una  semplice dimenticanza o una disattenzione da parte dell'Amministrazione Comunale?

Niente di tutto questo.L'esclusione è stata causata  da  "buchi di bilancio" Ecco l'interessante articolo di Mauro Ciardo.

CASTRIGNANO DEL CAPO

 PROBLEMI DI BILANCIO IMPEDISCONO LA PARTECIPAZIONE ALLE INIZIATIVE


La Giornata della memoria dimentica Leuca e i suoi profughi

 SANTA MARIA DI LEUCA. Leuca dimenticata nella giornata della memoria? Il portale leucaweb ha chiesto online i motivi dell’esclusione della «Perla dei due mari» dalle località interessate dall’accoglienza dei profughi al termine della seconda guerra mondiale. Eppure proprio a Leuca venne scritta una grande pagina di storia e solidarietà verso chi era sopravvisuto alla furia nazista.
   In particolare, si punta l’indice contro il mancato gemellaggio con i vicini comuni di Tricase, Nardò, Alessano, Santa Cesarea Terme, Presicce e Corsano nel percorso denominato «I dialoghi della memoria», che lo scorso 27 gennaio ha dato vita a una manifestazione a palazzo Gallone di Tricase, organizzata dal polo professionale «Don Tonino Bello».   Un’assenza pesante quella di Leuca. La marina di Castrignano del Capo tra il 1944 e il 1947 raccolse centinaia di rifugiati scampati agli orrori del conflitto. Tra questi turchi, libici, austriaci, greci, cechi, polacchi, tedeschi, olandesi, ungheresi, russi, armeni, siriani, cinesi, africani e bulgari. Gli ultimi a lasciare la località furono gli ebrei nel marzo 1947. A Leuca venne addirittura fondata la prima parrocchia di cattolici russi in Italia e le memorie di quegli anni restano nelle pagine dei diari scritti da padre Anselmo Raguso, un religioso francescano che annotò tutti i passaggi dei fuggiaschi.
   I documenti storici sono stati pubblicati anni fa sul periodico «La spina de rizzu» diretto da padre Antonio Corrado Morciano. Tante le curiosità tra le pagine.
   «Anno del Signore 1944 - si legge testualmente nei diari di padre Raguso - il sabato sera dopo l’Epifania, cioè l’8 gennaio, arrivano i primi profughi Slavi. La domenica mattina si vede tanta gente in giro, vedono la Chiesa ed entrano. La notizia, forse anche del presepe, fa si che vengano anche ortodossi. Molte donne, specialmente le giovani, quasi tutte vestite in pantaloni con divise militari, tipo inglese». E poi ancora. «Il martedì undici gennaio (sempre del 1944, ndc), poiché entravano con stella rossa al berretto vado a consultarmi col Parroco di Gagliano, P. Francesco Vollaro dei Trinitari, il quale mi dice di avvisare il Vescovo, il quale viene così a Leuca il 23. Don Luca Pavlinovic, anche lui sacerdote profugo jugoslavo, giunto a Leuca il 18 gennaio e ospitato da noi, presenta il “celebret” e attesta per gli altri due (sacerdoti). Chiedono il permesso al Vescovo di potere celebrare la Messa nella lingua slava».
   La replica per il mancato coinvolgimento nelle iniziative arriva dall’assessore alla cultura, Franco Petracca. «Non abbiamo potuto aderire per questioni di bilancio - ammette l’amministratore - la partecipazione comportava una certa somma che noi non avevamo. Siamo sensibili alla tematica e assicuro che l’anno prossimo parteciperemo all’iniziativa. È un impegno che ci coinvolgerà totalmente». Lo merita la memoria storica di Leuca e dei tanti profughi che ha accolto. 
 
 
 
 
  
 


Pubblicato il 18/02/2009


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