Malta - Leuca potrebbero essere legate da interessi storici e di fede
Leuca e Malta un gemellaggio di fede e di pietà mariana
Il recente viaggio fatto nell’isola di Malta - 19/24 luglio 2009 - ha fatto rivivere nella mia mente alcuni episodi legati alla gloriosa storia del Santuario della Madonna “De Finibus Terrae”.
Uno è legato ad una antichissima tradizione secondo la quale il primo quadro della Madonna di Leuca sarebbe stato dipinto da San Luca. I leuchesi, convertiti da San Pietro alla fede apostolica, vollero avere una immagine di Maria per poterla venerare nella chiesa sorta dove un tempo vi era il tempio pagano della Dea Minerva. Un gruppo di ardimentosi vollero recarsi presso l’isola di Malta dove erano presenti San Paolo e San Luca. Lo scopo era chiaro: chiedere a San Paolo il favore perché intercedesse presso San Luca a dipingere un quadro che raffigurasse la Madonna. Così avvenne. Contenti i leuchesi tornano a Leuca e offrono al sacerdote del tempio il quadro dipinto da San Luca. Nel corso dei secoli, purtroppo, per vari eventi il quadro originale fu distrutto ma si è conservato sempre la sacra effige della Madre di Dio attraverso i pennelli dei tanti artisti che hanno voluto perpetuare il tradizionale impegno di San Luca.
Osservando, sempre in Malta, i segni di una intensa fede espressa mediante culti, manifestazioni religiose, chiese, nicchie, ho voluto vedere il quadro dipinto da San Luca. E’ un bellissimo affresco dipinto sulla roccia. Questo si conserva nel Santuario di nostra Signora di Mellieha. Per secoli fin dai tempi antichi il Santuario è stato meta di pellegrinaggi provenienti da tutto il mondo. Gli ultimi Papi hanno considerato il Santuario come “Uno dei Santuari più famosi nel Mondo” (Giovanni XXIII°). Paolo XVI inviò una candela grande speciale per essere messa ai piedi dell’affresco. Il 26 maggio 1990 Giovanni Paolo II visitò la Santa Icona e pregò per il mondo intero.
L’altro episodio è legato alla famosa restituzione fatta nel 1691 delle suppellettili sacre trafugate dai tripolini dal Santuario di Leuca nell’anno 1689. Ecco cosa avvenne. Pirati tripolini dopo aver derubato una “tartana” ferma nel porto di Leuca, nel giorno 24 agosto 1689, salirono su colle Japigio e dopo aver abbattuto la colonna esistente davanti al Santuario e derubato tutto ciò che vi era di sacro sugli altari della chiesa, scesero dal colle per imbarcarsi con tutto il sacro bottino. A Tripoli i frati francescani avendo visto esposto le sacre suppellettili nei vari bazar della città le comprarono tutte a proprie spese. Nel Natale del 1690 un cero Antonio Spadaro messinese sposato e residente a Malta si trovava a Tripoli per prendere alcuni schiavi. Venuto a conoscenza della refurtiva in possesso dei francescani comprò ancora altri oggetti sacri tra cui il “Velo Sacro” donato dai Gallipolini al Santuario di Leuca ed una preziosa “Pianeta”. Di ritorno a Malta consegnò tutto ai padri Carmelitani che esposero le sacre reliquie nella loro chiesa il 16 luglio 1691 nella chiesa della Madonna del Carmine. Per la circostanza furono raccolti 200 ducati e 300 “torce”. Su suggerimento dell’arcivescovo di Malta, Monsignor Davide Cocco Palmieri (1684 - 1711) lo Spadaro credette bene di poter restituire la refurtiva al Santuario di Leuca approfittando della navigazione per motivi commerciali che avrebbe dovuto effettuare per raggiungere la città di Fiume. Dopo alcune peripezie durante il viaggio finalmente, il sacro bottino contenuto in una cassa, non potendo approdare a Leuca per una tempesta fu scaricato ad Otranto.
Qui il console di Malta signore Domenico Scuro, fece portare in Alessano la cassa sigillata. Dell’accaduto venne a conoscenza lo storico padre Tasselli residente nel convento dei Cappuccini di Salve (LE) che con tanta devozione andò in Alessano per venerare gli oggetti sacri. Infatti si espresse così: “Vidi ed ammirai con tutta devozione quelle sacre suppellettili e le autentiche giuridiche di quanto ho scritto”.
Di fronte a questi due eventi carichi di fede e di legame storico si potrebbe pensare ad un eventuale gemellaggio tra la capitale dell’isola di Malta, La Valletta e Santa Maria di Leuca. Le due comunità civili e religiose che hanno radici comuni di fede, di vita religiosa e soprattutto di pietà mariana potrebbero in tal modo considerarsi “sorelle”.
La presenza di San Paolo aleggia in ogni angolo dell’isola. Le testimonianze delle chiese, delle vie, delle grotte e delle nicchie rafforza e da incisività all’opera di San Luca che con l’icona di Maria attribuita al suo pennello, vive nella memoria continua dei numerosi pellegrinaggi che da ogni parte del mondo vengono per venerare la Madre di Dio. Eccelle su tutte le chiese la Cupola della Madonna del Carmine nella quale furono esposte al pubblico le sacre suppellettili del Santuario di Leuca.
Da qui l’Arcivescovo volle manifestare un gesto d’amore verso il Santuario De Finibus Terrae col far ritornare nella casa d’origine il sacro tesoro.
Spero con tanta fiducia ed auspico che la autorità civili e religiose possano intrecciare rapporti per un futuro gemellaggio tra La Valletta (Malta) e Santa Maria di Leuca. Sento il dovere di ringraziare padre Giorgio Aquilina storico francescano maltese per avermi dato le notizie riportate nell’articolo.
padre Corrado Morciano
Pubblicato il 05/10/2009