Leuca - Ex-Colonia Scarciglia

Colaninno pronto a rilanciare

LE REAZIONI VIA I SIGILLI AL CANTIERE, ORA I LAVORI POSSONO RIPRENDERE. L’EX SINDACO: «PERSI TEMPO E OPPORTUNITÀ»


Colaninno pronto a rilanciare

 

L’amministratore delegato di Apuliae, Fabrizio Quarta: «Crede ancora molto nel progetto»

 LEUCA. «Roberto Colaninno è pronto a ritornare a investire nel progetto con più grinta di prima». Lo assicura Fabrizio Quarta, l’ammini - stratore delegato della Apuliae, l’as - sociazione temporanea di imprese che conta tra i partner la Imsi del finanziere Roberto Colaninno. L’Ati aveva ricevuto in concessione l’ex colonia antitubercolare e l’edificio scolastico retrostante per trasformarli in un albergo di lusso a cinque stelle. Esattamente quattro anni fa, il 14 marzo 2005, il sequestro ad opera dei carabinieri bloccò il cantiere e sospese tutte le ipotesi progettuali che prevedevano investimenti milionari a Leuca e sul territorio circostante.
   Ieri, alla luce dell’assoluzione e del conseguente dissequestro degli immobili, di quei progetti si è tornati a discutere. «Ho già parlato con Colaninno che mi ha garantito il suo interesse - ha commentato Quarta - per la ripresa dei lavori nel più breve tempo possibile». Dunque, entro l’an - no le maestranze potrebbero ritornare al lavoro, mentre si moltiplicano i pressing per convincere il noto finanziere a ritornare ad investire a Leuca.
   Tra questi l’ex sindaco di Castrignano del Capo, Francesco Siciliano, costretto a dimettersi dopo un voto di sfiducia per le ripercussioni politiche dell’inchiesta giudiziaria, a pochi mesi dalla fine del suo mandato. «Il sequestro bloccò una serie di investimenti che ammontavano a oltre 50 milioni di euro - sottolinea l’ex primo cittadino - ero riuscito a convincere Colaninno ad investire in progetti che andavano ben oltre la trasformazione dell’ex Scarciglia in albergo di lusso, fino a comprendere un campo da golf su un’area di 50 ettari in località “Montirò”, e l’acquisto di una decina di masserie per l’apertura di una rete agrituristica. Quel treno, che prevedeva fondi unicamente privati senza interventi pubblici - precisa Siciliano - prevedeva nell’immediato l’assunzione di 100 unità lavorative per l’albergo, 60 delle quali sarebbero state formate con uno stage di sei mesi prima dell’apertura, attraverso una serie di lezioni che si sarebbero svolte in diverse sedi internazionali». Colaninno, che ha acquistato una villa sull'altura della baia di San Gregorio, dopo il sequestro dell’ex colonia decise di dirottare i suoi investimenti in Sardegna. «Sto cercando di recuperare il possibile e convincerlo a tornare ad investire da noi - ha concluso Siciliano - spero di farcela». 
 
 
  Mauro Ciardo
 
  
 


Pubblicato il 17/03/2009


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