Dai giudici nuovo stop
LEUCA - EX COLONIA SCARCIGLIA
IL CONSIGLIO DI STATO EMETTE UN DECRETO D'URGENZA SULLA SCORTA DEL RICORSO PRESENTATO DALLA PROVINCIA DI LECCE
Dai giudici arriva un nuovo stop. Senza pace l'ex colonia Scarciglia. Sospeso il provvedimento che affidava i lavori alla Igeco.
Leuca - Ennesima tappa del calvario legale che affligge l'ex colonia Scarciglia di Leuca. Il Consiglio di Stato ha emesso in via d'urgenza un decreto che sospende il provvedimento del Commissario prefettizio in esecuzione di una precedente decisione di Palazzo Spada. Stop quindi al ribaltamento della gara d'appalto dei lavori, inizialmente andati all'Apuliae, poi affidati alla Igeco. Nel frattempo, la Provincia aveva annullato la gara per autotutelarsi. Il 25 giugno a Roma verrà discussa la convalida del decreto. Il rischio è che la storia non si fermi qui: le aziende interessate potrebbero opporre resistenza. Il ricorso accolto ieri è stato presentato per conto della Provincia dall'avvocato Pietro Quinto.
L'iter è quanto mai complicato, con risvolti amministrativi tra Tar e Consiglio di Stato, ma anche giudizi penali per turbata libertà degli incanti ed un procedimento civile tuttora pendente tra Provincia e Demanio (che ha richiesto la rescissione del contratto di cessione, visto il cambio di destinazione d'uso del bene). L'amministrazione guidata da Antonio Gabellone avev a deciso di esercitare il diritto di autotutela per illegittimità originaria, in modo da chiudere la vicenda e ripartire con un nuovo bando. Luigi Cagnazzo, il commissario delegato dal prefetto per l'esecuzione di una precedente pronuncia del consiglio di Stato (aggiudicazione della gara alla Igeco e non all'Apuliae) è andato avanti, senza tener conto dell'annullamento della gara. Tutto ha inizio 14 anni fa. Il travaglio dell'immobile, che come sempre guarda da Punta Meliso verso Punta Ristola, pur avendo ormai l'interno completamente sventrato, comincia nel 1996 e abbraccia l'attività di tre giunte provinciali: Ria, Pellegrino, Gabellone. La Provincia acquisisce l'immobile dal Demanio per un miliardo e mezzo di lire, a condizione di gestirlo direttamente per finalità pubbliche e sociali. Si pensa ad un museo del mare. In corso d'opera le cose cambiano.
Nel 2002 l'ente provinciale lancia un'idea di project financing, affidando la colonia con un bando di gara ad un soggetto privato. Che avrebbe garantito l'apertura del museo, ricevendo come «contropartita» l'autorizzazione a realizzare una struttura alberghiera, trasformando così la destinazione d'uso del bene in turistico-ricettiva. Vince l'Apuliae, azienda facente capo alla Imsi di Roberto Colaninno e amministrata da Fabrizio Quarta con un progetto di beauty farm a cinque stelle, vista mare. Nel 2004 partono i lavori, bloccati il 15 marzo 2005 dai sigilli dei carabinieri: la vicenda penale si risolve lo scorso novembre davanti al Gup Annalisa De Benedictis con la prescrizione del reato. Un anno dopo, nel 2006, il Consiglio di Stato si pronuncia sul ricorso presentato dalla Igeco, azienda dell'imprenditore Tommaso Ricchiuto arrivata seconda nella gara: la graduatoria viene ribaltata ai danni della Apuliae. Su questo provvedimento è stata chiesta l'esecuzione della sentenza attraverso l'opera di un commissario prefettizio: esecuzione ieri sospesa dal Consiglio di Stato.
Pubblicato il 18/06/2010