Leuca - dove Adriatico e Ionio si fondono

racconto di D. Sigurtà da - Il Reporter -

Salento, dove Adriatico e Ionio si fondono
di Desirèe Sigurtà

Il caschetto di capelli biondi risplende sotto il sole, mentre i genitori la invitano a sorridere in camera per la foto rituale. La bambina “indossa” orgogliosa un grande ciambellone e, subito dopo il clic, si gira estasiata per ammirare la distesa d’acqua cristallina davanti a lei. Sono sicura sia la sua prima volta davanti al mare. Il mare mozzafiato del Salento. Si ha quasi la sensazione di essere ai Caraibi e invece siamo a Santa Maria di Leuca, la punta più a sud della Puglia.  La sabbia è finissima mentre percorro il bagnasciuga in cerca di un posticino per la mia stuoia ed è difficile non restare incantati davanti alle infinite sfumature di azzurro che il mare regala. Forse perché, come narra la tradizione locale, è qui che le acque dell’Adriatico e quelle dello Ionio si incontrano (come è visibile in determinate condizioni) e rimescolano.  E poco più in là, a Punta Ristola, a circa 85 metri di profondità, giace un pezzo di Storia dell’Italia della seconda guerra mondiale, il sommergibile Pietro Micca.Dopo il mio bagno di sole, nel caldo pomeriggio salentino, decido di fare un giro in città. Una delle tante ragioni che rendono Santa Maria di Leuca una meta rinomata e amatissima dai turisti, è l’architettura urbana: quarantatre ville incorniciano il centro storico del paesino. Costruite in stile ottocentesco dagli architetti Rossi e Ruggeri, nel corso degli anni alcune di loro hanno subito profonde mutazioni (a causa dei danni di guerra), ma è ancora possibile ammirare diverse residenze signorili perfettamente conservate, come Villa Episcopo o Villa Mellacqua. Caratteristica di molte delle magioni vicino alla riva, era la presenza di “bagnarole”, capanni in muratura o legno, che celavano agli occhi del popolino le signore mentre facevano il bagno. Oggigiorno, purtroppo, ne restano pochissime tracce.La mia passeggiata prosegue in direzione della Basilica di Santa Maria De Finibus Terrae, edificata per rendere grazie alla Madonna che salvò i pescatori locali da una burrasca nel 365 d.C., per poi proseguire verso il lungomare, dove incontro la Torre dell’Uomo Morto, da cui era possibile avvistare le navi turche in avvicinamento alla costa, e il Faro di Leuca, imponente con i suoi 48 metri e mezzo d’altezza, che svetta su Punta Meliso.La sera è giunta e, con essa, un venticello frizzante. Mi giunge voce di una festa patronale a Oria, in provincia di Brindisi. In effetti ho un po’ di strada da fare, ma l’occasione di vedere un palio, con tutto il suo bagaglio di tradizione, mi attira troppo. Come accade ai propri “simili” a Siena, i rioni della città, sotto l’egida delle rispettive contrade, si sfidano per la conquista del Palio, che ha luogo la domenica di metà agosto. Il sabato invece è dedicato alle rievocazioni storiche, e posso così godermi il corteo in costume che si snoda per le viuzze del centro. Torno a casa stremata ma felice. E accompagnata dalle note degli Après La Classe, annuisco cantando a squarciagola: “Salentu, lu sule, lu mare, lu jentu”!
 


Pubblicato il 25/06/2009


Condividi: