Leuca - Colonia Scarciglia

L'Anm a difesa del giudice

LEUCA - TANISI METTE I PALETTI DOPO LA SENTENZA SULLA EX COLONIA SCARCIGLIA
L’Anm a difesa del giudice «Un attacco ingiustificato»
«I provvedimenti adottati spesso pretesto per critiche indiscriminate alla magistratura»


LEUCA. «Contro il magistrato attacco incongruo ed ingiustificato». Così il presidente della giunta distrettuale dell’associazione nazionale magistrati, Roberto Tanisi, replica ai giudici e alle valutazioni espresse da Fabrizio Quarta in relazione alla sentenza per la vicenda dell’ex colonia Scarciglia. Nel giudizio con rito abbreviato tutti gli imputati sono usciti indenni fra assoluzioni e prescrizione. E a riguardo il presidente Tanisi precisa: «Il titolo “Tutti assolti” riferito alla sentenza del gup Annalisa De Benedictis è improprio e fuorviante dal momento che non vale per gli illeciti edilizi ed ambientali che sono stati dichiarati estinti per prescrizione, un istituto che - continua Tanisi - opera per il mero decorso del tempo (nella specie, trattandosi di reati contravvenzionali: anni quattro e mesi sei) e che non equivale ad insussistenza dei fatti contestati». «Quarta - aggiunge il presidente della giunta distrettuale dell’Anm - avrebbe potuto espressamente rinunciare all’operatività della prescrizione, investendo così il Giudice della piena cognizione dei fatti sottoposti al suo esame e qualora il gup avesse ravvisato la prova della manifesta insussistenza dei reati contravvenzionali contestati a Quarta e agli altri imputati, avrebbe dovuto pronunciare sentenza di assoluzione nel merito, piuttosto che dichiarare l’avvenuta estinzione per prescrizione». 
L’Anm, poi, contesta alcune espressioni presenti nel comunicato di Quarta diffuso dopo la sentenza del gup, quali «Colonia Scarciglia: storia di ordinaria follia giudiziaria» e «Pm in cerca di autore» assistito dai «suoi due alfieri». Il presidente Tanisi ritiene che le espressioni «riferite al sostituto procuratore Marco d’Agostino e agli uffici di pg che diedero il via alle indagini, sconfinato nel dileggio e nella delegittimazione tanto più che l’ipotesi investigativa aveva avuto un favorevole riscontro in un provvedimento di sequestro dell’immobile». Da qui il «rammarico» dell’Anm, «per l’attacco assolutamente incongruo ed ingiustificato al dottor d’Agostino e agli ufficiali di pg» perché «provvedimenti adottati dai Magistrati nell’esercizio del loro dovere, piuttosto che essere criticati nei contenuti, costituiscano pretesto per attacchi indiscriminati alla intera Magistratura o alle singole persone dei Magistrati». 
 
 

fonte - gazzetta del mezzogiorno


Pubblicato il 06/11/2009


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