Leuca - Colonia Scarciglia, tutti assolti

L'ira di Quarta

Colonia Scarciglia, tutti assolti l’ira di Quarta sul pm D’Agostino 

  NIENTE ABUSI NELLA RISTRUTTURAZIONE.

 A CINQUE ANNI DAL SEQUESTRO, PARTE L’ATTACCO DELL’AMMINISTRATORE DELLA SOCIETÀ

«Storia di ordinaria follia giudiziaria. Quel magistrato ne risponda»

 LEUCA. Nessuna condanna per i lavori alla ex colonia Scarciglia. Alle sentenze di assoluzione, pronunciate nel marzo scorso dai giudici della Seconda sezione penale, ieri mattina si è aggiunto il verdetto del gup Annalisa De Benedictis. Il giudizio con rito abbreviato (durato più di quello ordinario) si è concluso con l’assoluzione perché il fatto non sussiste dalle accuse di abuso d’ufficio e la dichiarazione di non luogo a procedere per sopraggiunta prescrizione per i reati urbanistici.  Gli imputati, che avevano l’abbreviato, sono Fabrizio Quarta, amministratore delegato della Apuliae (la società fa capo alla Imsi di Roberto Colannino); Enrico Intini, legale rappresentante della ditta esecutrice dei lavori; Antonio Lepore, Franco Petrelli e Mario Manni, presidente e componenti della commissione giudicatrice per la gara relativa all’appalto in concessione per la progettazione esecutiva dei lavori che prevedono la realizzazione di un albergo di lusso e di un centro benessere, trasformando la ex Colonia ed il vecchio edificio scolastico. L’abuso d’ufficio riguardava l’a ggiudicazione dell’appalto. 
«Storia di ordinaria follia giudiziaria» è il titolo di un commento sulla vicenda dal professore Fabrizio Quarta. «Abbiamo assistito inermi all’esercizio di potere da parte di un pm in cerca d’autore - scrive Quarta - sono pronto a chiamare il pm Marco D’Agostino ed i suoi due alfieri (i sottufficiali che hanno svolto le indagini, ndr) in ogni sede, civile, Csm, Comando generale Arma, penale al fine di far accertare la correttezza del loro operato e ricorrerò anche contro la dichiarata prescrizione per i reati urbanistici, stante anche la sentenza di assoluzione emessa nel rito ordinario per i medesimi reati, non appellata dalla Procura, potendo ora immaginarne anche le motivazioni». 
 La vicenda giudiziaria della ex Colonia Scarciglia è cominciata cinque anni fa.
Era il 15 marzo del 2005 quando furono apposti i sigilli. «Il provvedimento, convalidato dal pm, - osserva ancora Quarta - contiene vari elementi non rispondenti alla realtà: i più eclatanti sono la citazione di una delibera di istituzione del Parco naturale, inesistente, ed un clamoroso errore nella individuazione della Colonia nel perimetro del sito di interesse comunitario». Le indagini sono andate avanti. E, dopo una perquisizione, Quarta si è pure dimesso da consigliere di amministrazione dell’Aqp. Non si è tenuto conto di una relazione, depositata 120 giorni dopo il sequestro, in cui si escludono tutte le fattispecie di reato. «Dopo una insistente attività investigativa, condita dalle immancabili e costosissime intercettazione telefoniche, prive di qualsiasi contenuto meritevole di attenzione» (sono parole di Quarta) si arriva alla richiesta di rinvio a giudizio. Nel rito abbreviato il pm aveva chiesto la condanna a poco meno di un anno per l’abuso d’ufficio. Ieri mattina la sentenza. Nel frattempo, è stata eseguita un’altra consulenza, stavolta disposta dal gup. Ecco la conclusione dei periti: «Il parere degli scriventi è che la ex Colonia Scarciglia e la ex scuola, a causa dello stato di abbandono e degrado, della loro rilevante consistenza e particolare localizzazione possono essere certamente considerati più detrattori da eliminare che immobili da recuperare….». Intanto la Scarciglia è al centro di una disputa civile fra Provincia e Demanio che ha chiesto di rientrare in possesso della struttura. 
    Il collegio difensivo era composto dagli avvocati
Anna Grazia Maraschio, Federico Massa, Francesco Cantobelli.

fonte - gazzetta del mezzogiorno


Pubblicato il 03/11/2009


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