Leuca, città profetica - Il ruolo delle sue Chiese in alcune vicende storiche del dopoguerra

Leuca, città profetica
 
Nella sua storia, antica e moderna, Leuca può considerarsi una profezia vivente. Lungo l’evolversi secolare degli eventi si può notare come l’azione profetica di S. Maria di Leuca, legata al complesso territoriale sia storico che spirituale, ha dato dei messaggi significativi sotto il profilo antropico e teologico.
 
Dalle origini del cristianesimo sino ai giorni nostri tutto il complesso “de Finibus Terrae” è stato considerato come un’alba senza tramonto.
 
Mi limito ad un periodo storico particolare, l’anno 1943, 70 anni fa, per leggere un capitolo della profezia. L’8 di agosto, vennero i  frati francescani  minori  per dare vita alla prima parrocchia della Marina di Leuca. Il 30 di ottobre viene ordinato il primo Sacerdote di Leuca, Don Vittorio Petese. Ai primi di novembre giungono a Leuca i paracadutisti.
 
Dall’evolversi di questi tre episodi storici, possiamo notare come il messaggio profetico ha avuto la sua attuazione. I primi frati furono: p. Anselmo Raguso, da Martina Franca, superiore e poi nominato parroco; p. Francesco Massaro, da Castellaneta Vicario e fra Giuseppe Marra, da Galatina, fratello laico e responsabile dell’attività conventuale e religiosa. Con la presenza religiosa dei Frati, si apre un’era storica in quanto la popolazione assume una connotazione di comunità in continuo sviluppo intorno alla realtà ecclesiale del Convento dei Frati francescani.
 
Anche la vita ecclesiale assume un carattere di organicità e di stabilità. Va sottolineata, inoltre, come, sin da principio, c’è stata una stretta collaborazione tra l’attività pastorale del Santuario con quella della Chiesa di Cristo Re. L’azione profetica nell’ambito pastorale è data anche dalle Suore dell’Istituto delle Figlie di S.Maria di Leuca presenti quasi contemporaneamente a quella dei Frati francescani.
 
Queste, infatti, aprirono la loro casa religiosa nel 1944. E’ una presenza provvidenziale, quella delle Suore, che dal lontano 1944 operano attivamente sia presso la parrocchia di Cristo Re e successivamente presso il Santuario, manifestando lo spirito di sacrificio e l’amore evangelico appreso dalla spiritualità della Madonna di Leuca. All’incipiente azione pastorale rivolta ai fedeli locali, i Frati hanno dovuto affrontare le conseguenze della seconda guerra mondiale.
 
Siamo ai primi mesi dopo il famoso armistizio di settembre del 1943, Leuca fu scelta come località adatta per accogliere profughi provenienti da varie nazionalità coinvolte in vario modo all’evento bellico. Ad aprire lo scenario di gente succube della guerra  furono i paracadutisti. Così si legge nella cronaca del Convento: “Nel novembre arrivarono i paracadutisti con il loro Cappellano. Nel dicembre si ordinano i pupi del presepe e la spesa viene pagata dalla stessa benefattrice. Ben fatto il presepe e il Natale acquista grande solennità specie per la partecipazione dei paracadutisti i quali formano una Schola Cantorum. La funzione si svolge la notte e vi interviene il comando del reggimento. Mentre ovunque si sentiva dir male dei paracadutisti a Leuca invece non dettero alcun disturbo tanto che il Vescovo ebbe ad esclamare forse è avvenuto come S. Francesco e il lupo. Prima dell’Epifania del 1944 i paracadutisti  hanno l’ordine di partire. Partono i primi alla volta di Brindisi e dopo l’Epifania gli altri. Dopo la partenza dei paracadutisti, infatti, ai primi del 1944 giungono i primi profughi provenienti dalla Jugoslavia.
 
Leuca, pertanto, fu dichiarata Campo profughi e quindi ci fu una presenza di numerosi stranieri provenienti da molti paesi coinvolti nel conflitto bellico. In pratica tutto il paese e in particolare la Parrocchia e il Santuario furono centri di accoglienza.
 
Particolarmente nella Marina si verificarono raduni sociali e per certi versi religiosi anche ecumenici. Delle circa 50 etnie di gente presente in Leuca si ricordano vari episodi di natura sociale e religiosa. Questi  alcuni gruppi di profughi: gli Slavi, gli Albanesi, i Tripolini, gli Ebrei, i Russi.
 
L’attività religiosa della Parrocchia e del Santuario non si è sviluppata soltanto verso i cattolici ma è stata rivolta  anche verso i profughi appartenenti ad altre religioni evidenziando in tal modo la profezia dell’ecumenismo e della figliolanza divina.
 
Altro evento che va considerato è l’ordinazione sacerdotale di un leuchese: don Vittorio Petese. Nella storia di Leuca è la prima vocazione sacerdotale che la comunità offre al Signore.
 
Nella Diocesi di Ugento-S.Maria di Leuca  ha profuso energie sacerdotali con encomiabile dedizione e servizio. Si ricorda con affetto e ammirazione quanto ha saputo operare nelle Parrocchie di Lucugnano e Ruffano. Un uomo di preghiera e di amore verso tutti i bisognosi.
 
In conclusione si può dire che  la ricorrenza di questi eventi storici ci fanno riflettere come l’azione profetica della città di Leuca è stata voluta da Dio e sorretta e guidata dalla nostra Madonna “de Finibus Terrae”.
 
Nel corso dei secoli, infatti, la Madonna di Leuca, attraverso le varie  vicende storiche, invasioni di saraceni, pellegrinaggi penitenziari, attività sacramentali, preghiere di conversione, richieste di aiuto, gesti di ringraziamento e di comunione fraterna, ha sempre voluto far comprendere  quest’azione profetica: un’alba senza tramonto.
 
p. Corrado Morciano

Pubblicato il 10/01/2014


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