Giornata della Memoria 2013
Storia di Luciano Sorba,
cittadino di Leuca sopravvissuto ad Auschwitz
Intervista curata da Mauro Ciardo
Vive a Santa Maria di Leuca uno degli ultimi superstiti di Auschwitz., Luciano Sorba, classe 1925, che ha deciso di raccontare, i momenti più terribili della Seconda Guerra Mondiale, quando si ritrovò prigioniero dei nazisti e finì in diversi campi di concentramento.
Originario di Suni (Nuoro), l’88enne che dal 1961 vive a Leuca dove ha sposato Adriana Galati, è passato da Auschwitz a Lignitz (oggi Legnica, nella Bassia Slesia, sempre in Polonia), da Martinwaldau (oggi Szcytna) a Gorlitz (vicino Dresda, in Germania).
“Sono partito volontario in marina nell’aprile 1943 – racconta Luciano – e dopo la formazione andai a Venezia. Qui il 12 settembre ci portarono in piazzale Roma dove avremmo dovuto consegnarci ai tedeschi. Un contrammiraglio ci disse che non dovevamo oppore resistenza. Durante la marcia gettammo gli zaini sul ponte tra Venezia e Mestre e molti si nascosero sotto il mucchio di borsoni per scappare. Fu agghiacciante quando i tedeschi se ne accorsero e fecero passare sopra due carri armati affiancati”.
Sorba fu caricato su un caro di bestiame e raggiunse il campo di concentramento di Auschwitz dopo due giorni. La colonna tedesca era stata costretta a deviare dal passo del Tervisio perché davanti al Brennero c’era la divisione italiana Julia.
“Il campo era immenso – ricorda Luciano Sorba – noi andammo nel settore destinato agli italiani e fu angosciante vedere dopo 15 giorni l’arrivo della Julia, che erano stati lasciati soli senza viveri e munizioni. Nel campo ci proposero di arruolarci con i tedeschi ma i nostri ufficiali ci avvertirono che era solo un trabocchetto per mandarci a morire sul fronte russo, quindi io accettai di entrare in un campo di lavoro”.
Dopo un mese ad Auschwitz Sorba passò nei boschi vicino a Lignitz, per costruire una polveriera. “Lavoravamo 12 ore al giorno e la sera eravamo impegnati a toglierci i pidocchi. Se sono sopravvissuto lo devo alle bucce di patata che raccoglievo dala spazzatura”. Nel gennaio 1944 il marinaio lavorò alla pista di collaudo degli alianti vicino a Martinwaldau e a maggio fu rinchiuso nel campo di Gorlitz, dove rischiò due volte di essere fucilato perché sconfinava nel settore dei prigionieri americani per ricevere viveri. I mesi successivi li trascorse in una fabbrica di cemento vicinoa Brezlaw (oggi Wroclaw, nella Bassa lesia), ma nel gennaio 1945 i nazisti costrinsero i prigionieri a una lunga marcia fino a Dresda passando per Lipsia.
Il 26 aprile 1945 era a Neumarkt e grazie agli americani che organizzarono i l rientro dei deportati raggiunse l’Austria, il Brennero e Verona. Prima di congedarsi girovagò tra Napoli e Cagliari. “I primi anni da civile volli cancellare dalla memoria tutte le immagini terribili – rivela – avevo come un rigetto. Solo oggi voglio raccontare affinchè le nuove generazioni capiscano la grande tragedia che è succwsso”.
Sorba è stato decorato con la croce al merito di guerra, con una medaglia al valor militare e con la medaglia del Presidente della Repubblica.
“Ho un grande rammarico – conclude – aver perso, durante una fuga, il diario in cui avevo annotato molti avvenimenti, mi resta solo una lucida memoria con cui posso raccontarli”.
Nella galleria fotografica immagini di Luciano Sorba e delle rare foto dei profughi nel Campo UNRRA di Leuca
Pubblicato il 26/01/2013