Brindisi o Santa Maria di Leuca ma dove finisce la via Francigena?

Articolo molto interessante tratto dal Corrieredelmezzogiorno.corriere.it

 

Brindisi o Santa Maria di Leuca ma dove finisce la via Francigena? Tra il vescovo di Ugento Vito Angiuli e lo storico Giacomo Carito scoppia la polemica

La XXXIII Regata Brindisi-Corfù del 2017 inaugurerà la «Francigena del mare»
 
di Francesca Mandese
 
 
E chi l’avrebbe mai immaginato che perfino sulla via Francigena, la via dei pellegrini e della fede, si sarebbe scatenata una «guerra» che vede in campo alti prelati e storici. Motivo del contendere è individuare il punto finale della via Francigena del Sud, quello che chiudeva il percorso via terra dei pellegrini per poi proseguire via mare verso la Terra Santa.
 
Il progetto della Regione
 
La questione, che sta infiammando il dibattito proprio nell’anno 2016 dedicato ai Cammini, non ha solo una valenza storica. La Regione Puglia, infatti, come annunciato qualche giorno fa a Roma dall’assessora regionale Loredana Capone, si appresta a presentare un progetto grazie al quale si attingerà ai fondi europei 2014-2020. Un progetto che mira a valorizzare, come ha spiegato l’assessora, «il territorio rappresentato da siti e beni a carattere religioso, storico-artistico, culturale e paesaggistico, dando rilievo al prodotto dei cammini per un ampliamento dell’offerta turistica che coniuga tradizione e modernità per un turismo attivo e all season». Un’occasione ghiotta che nessun vuole lasciarsi sfuggire.
 
Il parere della Chiesa
 
Ma qual è, invece, la materia del dibattito? La via Francigena terminava a Brindisi, storico porto verso l’oriente fin dai tempi dell’Impero romano, o a Santa Maria di Leuca, sede del santuario di Finibus Terrae? Monsignor Vito Angiuli, vescovo della Diocesi di Ugento, che molto si sta spendendo per sostenere la sua tesi, non ha dubbi. «I pellegrini che non riuscivano a trovare una nave che li portasse in Terra Santa proseguivano fino a Santa Maria di Leuca», afferma. E aggiunge: «Leuca è avamposto del mondo orientale, simbolo e parte integrante del percorso verso Gerusalemme, luogo di incontro e fratellanza. Ancor prima del cristianesimo, il tempio dedicato alla dea Minerva ne faceva un luogo simbolico per i marinai». E anche qui, sarebbe fin troppo facile alimentare un’altra diatriba, visto che i resti del tempio dedicato a Minerva sono stati di recente trovati nel sottosuolo di Castro, che si trova 25 km più a Nord. Nel XXI secolo, le parole di monsignor Angiuli quando fa riferimento a «navi non trovate», potrebbero apparire incomprensibili. Ma qui si parla del Medioevo, quando non esistevano tour operator e si viaggiava a piedi. Chi poteva mai garantire ai pellegrini che una volta giunti nell’estremo lembo d’Italia avrebbero trovato una nave pronta a imbarcarsi per l’oriente?
 
Parla il medievalista
 
Qualche decina di chilometri più a Nord, a monsignor Angiuli replica Giacomo Carito, vice presidente regionale della Società di storia patria di Puglia ed esperto medievalista. Brindisino. «Quello diretto a Leuca — dice — era un pellegrinaggio locale, come avveniva nei tanti santuari pugliesi. Nessun dubbio, invece, che le navi dirette in Terra santa, oltre che da Bari, salpassero da Brindisi. Non a caso, nella città messapica sono evidenti e numerose le testimonianze della presenza dei cavalieri Templari, custodi del sepolcro di Cristo, che scortavano i pellegrini fino a Gerusalemme. Qui hanno costruito il loro arsenale, qui hanno abitato case dove ancora ci sono chiarissime testimonianze, qui hanno subito, dopo lo scioglimento dell’ordine voluto da Filippo il Bello, uno dei processi per eresia istruito a loro carico». E una volta salpate da Brindisi, dove dirigevano la prua quelle navi? «Alcune attraccavano direttamente a Giaffa, il porto più vicino a Gerusalemme — spiega ancora Carito —, altre, invece, si fermavano a Corfù da dove il viaggio proseguiva via terra». Brindisi-Corfù, dunque, la stessa rotta che da 32 anni solcano le barche della regata velica internazionale. Non a caso, allora, il presidente del Circolo della vela che organizza la manifestazione, Teo Titi, sta lavorando a un progetto: associare la regata 2017 all’inaugurazione della via Francigena del mare.
 
@fmandese
 

Pubblicato il 28/11/2016


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