Alessano - Attesa per la Beatificazione di Don Tonino Bello

Tra guarigioni inspiegabili e qualche critica

 

C'è attesa in Puglia
Don Tonino Bello verso la beatificazione
 
Articoli a cura di Mauro Cairdo
 
 
ALESSANO - Il processo per la beatificazione di don Tonino Bello si avvia alla conclusione e nel 2013 potrebbe già arrivare la gloria degli altari dopo l’attribuzione di un miracolo. Nella città di origine del compianto vescovo presidente di Pax Christi, che nel 1992 guidò la marcia dei 500 nella martoriata Sarajevo per dire basta alle bombe nonostante il cancro che lo portò via alcuni mesi dopo, c’è un gran fermento in attesa delle numerose iniziative e delle porpore cardinalizie che si alterneranno davanti alla sua tomba. 
 
Tutti segnali che chi frequenta gli ambienti ecclesiastici interpreta come il segno dell’imminente annuncio della beatificazione dopo il riconoscimento del miracolo ufficiale. 
 
Nato nel 1935, diventò sacerdote l’8 dicembre 1957, vicerettore del seminario di Ugento e poi parroco a Tricase nel 1979 fino alla consacrazione a vescovo nel 1982 e la nomina tre anni dopo a presidente del movimento cattolico internazionale che si batte a favore della pace. Di presunti eventi prodigiosi attribuiti a don Tonino ne sono stati presentati tanti a partire dal 2007, quando il processo fu aperto a Molfetta dove l’autore di «Maria, donna dei nostri giorni» resse la cattedra episcopale per dieci anni. Tra questi due guarigioni «miracolose» che hanno interessato una donna salentina risvegliatasi da un coma giudicato irreversibile dai medici e una ragazza africana afflitta da una malattia insanabile. Il prossimo mese di aprile, quando ricorreranno i 20 anni dalla morte, ad Alessano giungerà il cardinale Angelo Amato, il prefetto della Congregazione per le cause dei santi che sta esaminando il carteggio sul Servo di Dio monsignor Bello. 
 
La sua presenza appare l’atto finale del processo che in questi giorni è alle battute conclusive con l’ascolto delle ultime testimonianze sulle virtù di don Tonino. L’altro cardinale atteso sempre nel 2013 è Angelo Bagnasco, il presidente della Conferenza episcopale italiana, che l’8 dicembre dovrebbe inaugurare la nuova casa dei pellegrini che sorgerà nell’ex convento di Sant’Antonio. In Vaticano ci sarà la stesura della «positio» e quando Benedetto XVI emetterà il decreto di venerabilità gli sarà presentato il miracolo ufficialmente riconosciuto che consentirà la beatificazione dell’uomo che l’intera Puglia considera già «Santo». 
 
Intanto, il 29 di questo mese ad Alessano ci sarà l’accensione della «Lampara di don Tonino», seguita il giorno dopo da un convegno a cui parteciperà l’attuale presidente di Pax Christi monsignor Giovanni Giudici e dalla visita a Capodanno del vescovo de L’Aquila, monsignor Giuse ppe Molinari, a cui verrà donato un pastorale in legno d’ulivo realizzato da Fernando Campanile, l’artista che 30 anni fa scolpì quello per il presule salentino. [Mauro Ciardo]
 
 
Ma il Servo di Dio non è amato da tutti
 
 
Tra l’entusiasmo generale non mancano le voci contrarie alla beatificazione di don Tonino. Tra le più importanti quella del vescovo emerito di Senigallia, monsignor Odo Fuso Pecci, che in un’intervista rilasciata a Bruno Volpe per la rivista online Pontifex Roma disse di non conservare una buona idea del vescovo alessanese, esprimendosi contrario alla sua beatificazione perché «dottrinalmente e teologicamente molto arruffone e confuso, specie in tema mariano, poi svolgeva il compito di pastore e di vescovo con approssimazione e confusione, con populismo e demagogia, sposando modi contrari alla chiesa, modi che ingeneravano false idee nei fedeli. Quando parlava non si sapeva se parlava il vescovo o la persona e questo danneggiava la Chiesa. Fu un demagogo, amante troppo della pubblicità e della gloria personale». 
 
A questa si aggiunge quella di quanti hanno considerato «scomodo» il presule già dai tempi dell’installazione degli aerei F16 a Crotone e degli Jupiter a Gioia del Colle, delle sue campagne per il disarmo, e per l’obiezione fiscale alle spese militari. «Piuttosto che pensare a beatificare monsignor Bello (le beatificazioni costano e siamo in tempo di crisi) – ha scritto Tea Lancellotti su “Papale papale” - perché non ci si adopera nel propagare il magistero ecclesiale e pontificio?». [m.c.]
 

 

Due guarigioni inspiegabili sulla strada verso gli altari
 
 
 
ALESSANO - La Chiesa punta l’attenzione sui «miracoli» di don Tonino e uno di questi, se accertato, potrebbe portarlo subito all’a l t a re. C’è anche la guarigione miracolosa di una donna salentina tra la dozzina di presunti eventi miracolosi segnalati dalle testimonianze raccolte nella fase del processo al Servo di Dio. All’attenzione del postulatore monsignor Agostino Superbo e del vice postulatore, la dottoressa Silvia Correale (affiancata nel suo ruolo da monsignor Amato) sono state consegnate diverse relazioni su casi di presunti miracoli attribuibili al vescovo alessanese, alcuni comunicati direttamente alla Congregazione, altri alle parrocchie, altri ancora alle diocesi oppure alla Fondazione. Due in particolare riguardano altrettante guarigioni miracolose e pare che le attenzioni maggiori siano concentrate proprio su di esse: quelle di una donna salentina di 65 anni che si è risvegliata da uno stato di coma considerato irreversibile e quella di una ragazza africana di 26 anni, la cui guarigione sarebbe tuttora inspiegabile. 
 
La Congregazione per le cause dei santi su questo fronte è affiancata da un’equipe di medici esperti che valutano con attenzione tutte le condizioni cliniche precedenti e successive al presunto miracolo, le situazioni che hanno causato l’evento e il contesto generale che riguarda l’individuo segnalatore. Solo dopo aver avuto la certezza che si tratti di un fenomeno che la scienza medica non può spiegare, il caso viene segnalato come miracoloso e posto all’attenzione dell’autorità ecclesiastica. 
 
Nella stragrande maggioranza, i processi di beatificazione vedono stracciare centinaia di segnalazioni che agli occhi dei più appaiono appunto come prodigiose, salvo poi essere provate scientificamente. Intanto il processo di beatificazione si avvia alla fase conclusiva e dopo l’ascolto delle ultime testimonianze (quasi un centinaio dall’inizio) potrebbe chiudersi nei primi mesi del prossimo anno. In questi giorni sta per essere convocato uno degli ultimi gruppi di testimoni che davanti agli esperti della Congregazione illustreranno le fasi della vita del vescovo con la sottoscrizione di importanti verbali che dovranno essere poi vagliati ed esaminati attentamente, prima del pronunciamento finale che avverrà per bocca del cardinale prefetto Amato, colui che eventualmente proporrà a Papa Benedetto XVI l’ele - vazione a Venerabile del Servo di Dio. 
 
A quanto è dato di sapere, le persone che hanno testimoniato sono religiosi ma anche laici e tra questi i fratelli di don Tonino, Marcello e T rifone, che ad Alessano hanno dato vita alla Fondazione intitolata al congiunto e che ha sede nella casa natale, di fronte all’ex cattedrale del Santissimo Salvatore. Entro questo mese sarà chiamato a testimoniare lo stesso presidente della Fondazione, il cardiologo Giancarlo Piccinni. Il processo di beatificazione, si ricorderà, venne dichiarato aperto ufficialmente il 27 novembre del 2007, quando ormai erano trascorsi oltre 14 anni dalla morte (la Chiesa ne fissa l’apertura almeno cinque anni dopo). La prima seduta pubblica si è svolta nella cattedrale di Molfetta il 30 aprile 2010. 
 
Nello stesso edificio sacro, nello scorso mese di ottobre, alla presenza di monsignor Luigi Martella, sono stati celebrati i 30 anni dalla sua ordinazione episcopale avvenuta per mano di monsignor Michele Mincuzzi, allora arcivescovo di Lecce, affiancato dal predecessore alla cattedra di Molfetta, monsignor Aldo Garzia, e da quello ugentino, Mario Miglietta. Il processo ha visto anche la lettura approfondita dei testi scritti dal monsignor Bello, tra cui «Maria, donna dei nostri giorni», «Alfabeto della vita» e «Un pensiero ogni giorno» solo per citarne alcuni, oltre che dei tanti articoli scritti su giornali e riviste come «Il Manifesto» e «Mosaico di pace». 
 
Tutte le fasi dell’iter stanno seguendo le disposizioni impartite da Giovanni Paolo II nel 1983 con la Costituzione apostolica «Divinus perfectionis magister» e dopo l’apertura dell’inchiesta diocesana hanno visto la trasmissione degli atti in Vaticano. Dopo la verifica ci sarà la stesura della «Positio» e se l’attuale Pontefice emetterà il decreto di venerabilità potrà essere preso in considerazione il miracolo o l’evento straordinario ufficialmente riconosciuto che consentirà la beatificazione dell’uomo considerato già «Santo» dal popolo dei fedeli. [m.c.]

Pubblicato il 16/12/2012


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