ACHILLE ROSSI E IL FARO DI LEUCA - IL 150° ANNIVERSARIO

ACHILLE ROSSI E IL FARO DI LEUCA

150° ANNIVERSARIO

 

Fonte: Spina de Rizzu 2016

a firma Alessandro Laporta

In due occasioni, che non esito a definire ormai remote, mi sono occupato delle ville di Leuca: nell'Agenda per il 1980 edita a Bari da Mario Adda per conto di quella che allora si chiamava Banca Agricola Popolare di Matino e Lecce, con brevi schede illustrative che accompagnavano le splendide fotografie di Umberto Corcelli, e due anni dopo, nel numero di marzo 1982, sulle pagine della “Rassegna” della stessa Banca, con un articolo più dettagliato in cui ne esaminavo le straordinarie architetture e ricordavo i nomi dei principali progettisti da Magliola a Ruggeri da Arditi a Fuortes. Soffermadomi sulle ville di Francesco Daniele, di Pasquale Episcopo e Colosso (già Rovito) avevo fatto il nome di Achille Rossi: riportando il passo della Corografia di Giacomo Arditi (Lecce, Tip. Scipione Ammirato, 1879-1885, pag.296) in cui gli si attribuisce il piano regolatore della nuova Leuca, avevo messo in evidenza anche le sue doti di urbanista, accennando appena alla costruzione del faro.

Oltre alle origini avellinesi, non avevo mai fatto menzione di particolari biografici a lui relativi, e pur avendo avviato delle ricerche più approfondite nulla ero riuscito a trovare. In un saggio molto ben documentato di Ciro Robotti si legge: “Achille Rossi, di origine irpina, si laureò nel 1856 presso la Scuola di Acque e Strade di Napoli – istituzione fondata nel 1810 – che con Reale Decreto del 30 luglio 1863 divenne Scuola di Applicazione per gli ingegneri. Della sua intensa attività in Terra d'Otranto sono da segnalare almeno i progetti delle ville di Leuca: villa Daniele (1880) per Francesco Daniele da Gagliano; villa Episcopo (1881) per Pasquale Episcopo da Poggiardo e villa Colosso (1881) per Giovanni Rovito da Ugento. Com'era peraltro nell'intento della maggior parte dei progettisti dell'epoca, le tre fabbriche presentano caratteristiche diverse: nella prima prevalgono gli stilemi moreschi, nella seconda sono presenti elementi esotici ripresi da modelli cinesi, nella terza il disegno riprende le linee dell'architettura neoclassica”. Il lavoro Progettisti e stilemi delle ville del Salento fu pubblicato in un volume intitolato Scritti di varia umanità in memoria di Benito Iezzi (Sorrento, Franco Di Mauro Editore, 1994) fra le pagine 377 – 384, con 8 fotografie a corredo fino a pagina 392. Si tratta di un libro molto raffinato, omaggio ad un bibliofilo e bibliotecario di grande competenza, operazione di alto livello culturale in cui fa veramente piacere verificare che sia stata inclusa anche Leuca con le sue meravigliose architetture. Tuttavia anche a Robotti sfuggivano gli estremi biografici, che non mi risultano fin qui acquisiti.

Mi sono invece fortunatamente imbattuto tempo fa in un brevissimo necrologio che così recita: “Dopo lunga e penosa malattia, domenica 13 alle ore 7 ½ di sera, in Ruffano, spegnevasi serenamente l'ing.Achille Rossi. Uomo di rare virtù, fu in ogni atto della sua vita costante esempio di onestà e rettitudine. Possa ora il compianto generale lenire in parte il dolore della desolata consorte e delle due afflittissime figlie Giulia ed Irene”. E' stato facile allora risalire al certificato di morte (che pubblico in appendice) al nome della moglie, Michela Calasso, ed all'anno di nascita, che è il 1830. Queste informazioni, apparentemente irrilevanti, chiariscono invece il motivo del suo spostamento in provincia di Lecce, ed il suo impegno professionale fra Leuca e Ruffano dove si spense. Mancano notizie che possano arricchire di particolari la sua avventurosa biografia, certamente però gli estremi cronologici potranno stimolare le indagini: quel che ha scritto Robotti aggiunto a quanto da me trovato, potrà servire come punto di partenza ed aiutare i futuri ricercatori a reperire ulteriore documentazione.

Per quanto mi riguarda ho deciso di occuparmi di lui sulla “Spina de Rizzu” per richiamare l'attenzione sul faro di Leuca. Chi ce ne ha illustrato le caratteristiche è stato Giacomo Arditi che così lo descrive nella Corografia elencando le emergenze del promontorio: “Un faro di scoverta (1866) di primo ordine, alto 47 metri, 102 sul mare, avente 61 chilometri di portata ottica, con macchina a luce fissa variata a splendori di 30 in 30 secondi, costruita in Parigi dalla Casa Barbier e Fenestre” (pag.295). Maggiori dettagli fornisce nella Leuca Salentina, e sono i seguenti: “Sopra una base rettangolare, che ha 18 vani in due piani, sorge a mezzogiorno la torre del faro, di forma tronco-piramidale a base ottagona...Dal piano alla cima si frappongono 248 gradini...l'edificio e la torre dicesi che costasse Lire 70.000 e la lanterna, macchina, apparecchio lenticolare e fornitura, costruite dai sigg.Barbier e Fenestre di Parigi, importarono la spesa di Lire 60.000 compresa l'istallazione” (pag.113 dell'edizione di Bari, Laterza, 1906).

Ho scelto questa edizione, ed ho tralasciato la conclusione della pagina di Arditi, perché quest'anno si celebra un duplice anniversario: 110 anni della Leuca Salentina e 150 del faro. “Il faro fu messo in esercizio la sera del 6 settembre 1866, e vien guardato e servito da tre fanalisti”.

Così scrive il nostro autore, e noi non potevamo che fare gli auguri al “guardiano notturno” di Leuca, con un piccolo omaggio al suo progettista, l'architetto Achille Rossi, intorno al quale auspichiamo una fiorente stagione di rinnovati studi.

 

APPENDICE

 

“L'anno 1902 addì 14 di aprile a ore antimeridiane 12 e minuti 5 nella Casa Comunale avanti di me Marzo Vincenzo Assessore delegato con atto del Sindaco in data 18 – XI – 1900 debitamente approvato, Uffiziale dello Stato Civile del Comune di Ruffano sono comparsi: De Vitis Luigi di anni 35 domiciliato in Ruffano e Corvaglia Giuseppe di anni 34 domiciliato in Ruffano, i quali mi hanno dichiarato che a ore antimeridiane 19 e minuti 5 di ieri, nella casa posta in via Vitantonio Pizzolante al numero primo, è morto Rossi Achille, di anni 72, ingegnere residente in Ruffano, nato in Avellino da Francesco Saverio, domiciliato in vita in Avellino, e da Santella Irene, domiciliata in vita in Avellino, marito di Calasso Michela. A quest'atto sono stati presenti quali testimoni Orondino Cataldo di anni 54 impiegato e Fiorito Antonio di anni 60 inserviente, ambo residenti in questo Comune.

Letto il presente atto a tutti gl'intervenuti si sono meco sottoscritti i soli testimoni, avendo i dichiaranti asserito non sapere firmare”. (Archivio Comunale di Ruffano, Stato civile, Registro Morti, a.1902).


Pubblicato il 06/09/2016


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