Ugento - Don Stefato Rocca ricoverato in cardiologia

ancora lontana la data del suo trasferimento in Umbria


Ugento - peggiorano le condizioni di don Stefano Rocca ricoverato in Cardiologia

 

 



UGENTO - Don Stefano Rocca peggiora. Ieri mattina il parroco di Ugento è stato trasferito nel reparto di Cardiologia a causa di una aritmia. L’applicazione di un holter per monitorare in maniera continua l’attività del cuore è una delle precauzioni prese dai medici dell’ospedale “Francesco Ferrari” di Casarano. Ma non solo: per il momento don Stefano Rocca resta ricoverato e non si può prevedere se e quando raggiungerà il convento di Collevalenza, in Umbria, per il ritiro spirituale disposto dal Vaticano. E questo nuovo peggioramento mette in forse le visite a fiume dei fedeli. Ma don Stefano annuncia: «Non mollo. Non getto la spugna». Non dice altro, non aggiunge, ma chi lo conosce sa che non si riferisce solo alle sue condizioni di salute. Sì, perchè la decisione di lasciare la parrocchia di San Giovanni Bosco di Ugento non è frutto di una scelta in piena autonomia del prelato. Tutt’altro: lo ha chiarito solo nella serata di ieri la curia di Ugento-Santa Maria di Leuca. Se giovedì scorso la Curia aveva spiegato l’imminente partenza di don Stefano parlando di allontanamento volontario, ora riferisce di una procedura di garanzia disposta dal Vaticano: in base alle norme attuate dal Papa, il sacerdote sottoposto ad inchiesta interna (ma ce n’è una anche in Procura) per pedofilia deve allontanarsi dai fedeli.
La procedura è stata seguita con discrezione: a don Stefano è stato rivolto un invito orale a lasciare la parrocchia di San Giovanni Bosco. Ma lui si è opposto. Battagliero fuori e dentro la chiesa. E, allora, è giunta la lettera con la quale il Vaticano ha disposto d’ufficio il trasferimento: questa volta nero su bianco. E qui si arriva alla serata di giovedì. Poi il malore nella nottata ed il ricovero in ospedale. Saltata la partenza in treno della mattinata successiva. E chissà mai se metterà piede in convento. Intanto questa sera ci sarà una veglia di preghiera nella sua parocchia: arriveranno da Ugento e da Taurisano, la sua città natale, per pregare per don Stefano, i fedeli. Gli stessi che l’altro ieri hanno messo il lucchetto al cancello della chiesa per dimostrare la loro contrarietà all’arrivo di un nuovo parrocco. Appuntamento alle 8 di stasera: si andrà avanti ad oltranza. Tutti convinti, quei fedeli, che il loro parroco sia al centro di un complotto ordito allo scopo di fargli pagare l’essersi esposto sul delitto di Peppino Basile. E’ gente che parla, pensa e sente con il cuore, la verità dovranno stabilirla le inchieste del Vaticano e del pubblico ministero Stefania Mininni della Procura di Lecce: sono vere le accuse di pedofilia formulate a Roma, in Vaticano, e quelle raccolte durante e dopo le indagini sulla morte di Basile? Don Stefano, appena potrà, preparerà le memorie difensive da inviare a Roma. In Procura, invece, non hanno voluto interrogarlo quando si propose un paio di mesi fa. Lo difende l’avvocato Silvio Caroli.


fonte: quotidiano di lecce


Pubblicato il 12/10/2010


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