Strada S.S. 275 - Stesi sull'asfalto contro le ruspe

Pronte alla protesta le associazioni del comitato 275

Maglie-Leuca - Stesi sull'asfalto contro le ruspe


 

Salento - Sono pronti a mettersi davanti alle ruspe, se sarà necessario. Per la ventina di associazioni ambientaliste riunite nel Comitato «275», la nuova strada statale a quattro corsie che collega Maglie a Leuca deve fermarsi a Montesano. È quanto ribadiscono in un appello rivolto al presidente della Regione Puglia e alla nuova giunta regionale, in cui avanzano una serie di richieste. «Chiediamo che il tratto di 20 chilometri tra Montesano e Leuca sia riprogettato a due corsie utilizzando, dove possibile, la strada esistente ed evitando l’attraversamento dei centri abitati», spiega Vito Lisi, presidente del Comitato «275», che tiene a precisare: «Riteniamo altrettanto importante che venga ridotto al minimo l’impatto ambientale dell’intero progetto». Tra le richieste rivolte al governo regionale, c’è anche la convocazione di un tavolo di consultazione di tutti gli enti locali interessati dal raddoppio della 275, e delle associazioni ambientaliste. L’appello è partito da un apposito incontro convocato ieri mattina alle Officine Cantelmo da tutte le associazioni riunite nel Comitato «275»: Arci, Archeoclub d’Italia Porto Badisco, Legambiente, Coppula Tisa, Sos Costa, Nuova Messapia, associazione Capo di Leuca Rurale, Turismo Verde – Cia, associazione Gaia di Tiggiano, La Culonna di Tricase, Taranta Social Club, Il Tesoretto del Salento, Diotimart, «Gagliano protagonista», Biblioteca di Sarajevo, Forum Ambiente e Salute. Forti dell’ordinanza del Tar di Lecce che ha accolto i ricorsi con cui Regione, Comune di Alessano e diverse associazioni chiedono di riprogettare l’ultimo tratto della statale che va da San Dana (frazione di Gagliano) a Leuca, i rappresentanti del Comitato «275» hanno presentato una serie di iniziative con cui intendono proseguire la loro battaglia. Innanzitutto, una petizione popolare on-line «per una strada sicura e rispettosa del territorio», che si può sottoscrivere sul sito www.sos275.it. Seguiranno poi l’avvio di una campagna di informazione e raccolta firme nei comuni del Salento e passeggiate collettive organizzate lungo il tragitto della «nuova» strada, alla scoperta dei tesori naturali e architettonici - masserie, pagliare, muretti a secco, antichi siti medievali, cripte e chiese - che, denunciano le associazioni, «rischiano di essere spazzati via».

«Non vogliamo un Salento Gardaland. Vogliamo che il nostro paesaggio resti quello originale», ha sottolineato il presidente del Comitato “275” nel corso del partecipato incontro di ieri, «la Regione e i cittadini tutti - ha aggiunto - devono rendersi conto che la seconda parte dell’opera, da Montesano Salentino a Santa Maria di Leuca, insistendo su un tracciato completamente nuovo, da realizzare con opere imponenti come trincee, terrapieni, viadotti, svincoli, sarà un colpo mortale per un’ampia area del territorio del Capo di Leuca, finora rimasta quasi integra, distruggendone le peculiarità paesaggistiche e storico culturali, e compromettendo ogni possibilità di sviluppo economico basato sulla valorizzazione delle risorse locali». Al suo fianco, il regista salentino Edoardo Winspeare, fondatore dell’assocazione Coppula Tisa, ha ribadito: «Siamo già pieni di strade. Se uno vuole andare a Leuca “ad alta velocità”, c’è la 274. Le quattro corsie da Montesano a Leuca non sono necessarie, perché non si parla di un’autostrada che collega due province, ma di una strada che porta a Finis Terrae. Impiegare cinque minuti in più per arrivare a Leuca non costa grande sacrificio a nessuno. E soprattutto servirà a salvaguardare un patrimonio naturale unico nel suo genere, che nessuno ci potrà restituire». In chiusura è intervenuto anche Antonio Lia, presidente del Gal Capo di Leuca: «Chiediamo che la gente possa continuare ad arrivare dolcemente al faro di Leuca, attraverso un tragitto a due corsie da Montesano in poi. Perché nel Salento non si passa, ma si viene per scoprire la sua bellezza».  E a questo proposito, cita le parole scritte da monsignor Cosmo Francesco Ruppi, arcivescovo emerito di Lecce, nella presentazione del volume «La guida di Leuca» (Capone Editore, 1993): «Di questo pezzo di terra, lasciatemelo dire, bisogna conservare anche le pietre, le pareti, gli alberi, i fiori, le edicole campestri e, più ancora, l’aria e l’acqua del mare, evitando severamente ogni inquinamento urbanistico, ecologico e morale».

fonte: gazzetta del mezzogiorno a firma Claudia Serravezza


Pubblicato il 22/04/2010


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