Salento - Pioggia e scempi

A rischio zone in località Ciolo e San Gregorio

CANALE NATURALE OSTRUITO PER FARE UNA STRADA E UN DISCUTIBILE INTERVENTO DEL COMUNE DI GAGLIANO
Pioggia e scempi, rischi al Ciolo e a San Gregorio

 

«Gli scempi dell’uomo potevano provocare disastri di proporzioni enormi».  A tre giorni dal violento nubifragio che ha messo a soqquadro centri abitati e campagne del Sud Salento, si fa ancora la conta dei danni. E c’è chi chiede un immediato intervento anche sulla costa, per salvare lo stato di alcuni luoghi messi a rischio da lavori edilizi scondiderati. 
A partire
dalla litoranea di San Gregorio, dove in località «Scialandre» si trova un canale naturale. Il proprietario di un terreno vicino, nei giorni scorsi aveva pensato bene di costruire proprio sul letto della depressione una strada per raggiungere un’abitazione. 
Prima di essere bloccato dai carabinieri della caserma di Castrignano del Capo , aveva riempito l’alveo del canale con massi, pietre e materiale tufaceo che le abbondanti piogge hanno trascinato giù a valle. 
 «L’acqua ha ritrovato la sua sede naturale solo spostando le pietre sul suo cammino – ha fatto notare Michele Brigante, un ambientalista del luogo – ma immaginate cosa sarebbe successo se le piogge fossero state ancora più abbondanti o se le precipitazioni fossero durate qualche ora in più? Ci saremmo trovati la strada litoranea invasa da una frana “artificiale” con il rischio che qualche automobilista venisse travolto dal torrente. A questo punto – è la sua richiesta – anche se è necessario proseguire l’iter giudiziario seguito al sequestro, occorre ripristinare immediatamente lo stato dei luoghi, per evitare che tutto il materiale ostruisca le carreggiate».
Stessa musica nell’insenatura del Ciolo, marina di Gagliano del Capo. Qui i lavori commissionati dal Comune hanno portato all’abbattimento di alcuni spuntoni di roccia e di un muro a secco che reggeva un terrapieno. Con il materiale calcareo sono state colmate alcune buche. L’insenatura, va ricordato, è anche la parte terminale del canale del Rio e durante le piogge l’acqua si raccoglie in un torrente che sfocia proprio nella spiaggetta.
La grande quantità di acqua caduta nei giorni scorsi, anche in questo caso ha trascinato via tutto. Domenica mattina le acque della cala naturale erano bianche perché mescolate al materiale tufaceo finito in mare. «Quelle che qualcuno chiama buche nella roccia altro non sono che sedi scavate dal torrente – osservano due residenti – è stato un errore colmarle e ora ci ritroviamo massi nell’acqua che prima non c’erano. Non si possono programmare opere di demolizione di una scogliera rocciosa – è l‘a lamentela’osservazione – perché si rischia di stravolgere l’assetto naturale dei luoghi. Sarebbe meglio – è l’auspicio – che fosse la natura, come è sempre stato, a modellare i luoghi, non l’uomo».

mauro ciardo


Pubblicato il 28/10/2009


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