In 7 nella rete della polizia provinciale
Bracconieri da tutta Italia per fare scempio nel Salento.
Denunciati in 7 dalla polizia provinciale
Salento - I bracconieri giungono da tutta Italia per fare scempio nel Salento ma sette di loro finiscono nella rete della polizia provinciale. Si è conclusa con sette fascicoli depositati in procura e con il sequestro di numerose armi e munizioni un’operazione antibracconaggio messa in campo dagli agenti di Palazzo dei Celestini guidati dall’avvocato Antonio Arnò. I poliziotti provinciali, attraverso i nuclei coordinati dai tenenti Giancarlo De Matteis e Antonio Sancesario, hanno pattugliato anche con appostamenti notturni le campagne di Neviano, Ugento, Presicce, Specchia, Tricase e Salve, fino a scoprire i numerosi illeciti che hanno confermato la scelta del Sud Salento e del Capo di Leuca in particolare come meta preferita per la caccia illegale. L’area, dove sorgono diverse oasi di protezione faunistica, sembra fare gola anche alle doppiette provenienti da fuori regione, che approfittano dei weekend e dei ponti festivi per un tour tra le campagne. Questa volta l’intuito delle forze dell’ordine ha avuto la meglio e ha bloccato un vero e proprio assalto alle specie volatili. Dopo lunghi appostamenti e un’accurata attività di indagine, le divise hanno sorpreso in flagranza di reato sette cacciatori (quattro provenienti dalle province di Roma e Perugia), mentre esercitavano l’attività venatoria illegale con l’utilizzo di quattro richiami acustici elettromagnetici per attirare i tordi e poi abbatterli. Due di loro inoltre, si trovavano all’interno di un’oasi di protezione, vale a dire una porzione di territorio interdetta alla caccia proprio per consentire il ripopolamento delle diverse specie di uccelli migratori e stanziali. Nei confronti dei cacciatori senza scrupoli è scattata una denuncia alla procura della Repubblica di Lecce per esercizio dell’attività venatoria con mezzi vietati, mentre la fauna selvatica abbattuta, i fucili e le munizioni sono stati posti sotto sequestro. Questa operazione, come viene rimarcato dal comando provinciale, è l’ultima di una serie di interventi a tutela della fauna selvatica durante questi primi due mesi di attività venatoria. Oltre alle denunce sono state accertate e contestate cinque violazioni di carattere amministrativo per circa 700 euro. Sanzioni che vanno a sommarsi ai circa 1500 euro già comminati ad altri cacciatori dal 1° settembre a oggi. «I richiami acustici - spiega Arnò - rappresentano un serio danno alle specie migratorie. Vengono infatti richiamate in abbondanza, “tradite” dal suono monotono e ripetitivo, e abbattute con eccessiva semplicità da persone con ben pochi scrupoli. Spiace rilevare che sono sempre più numerosi coloro che, soprattutto provenienti da fuori regione, fanno uso di apparecchiature illegittime per riempire il proprio carniere».
mauro ciardo
Pubblicato il 04/11/2010