Salento - Cemento e abusivismo i nemici

Queste tra le maggiori cause del degrado attuale

Cemento e abusivismo ecco i nemici del mare del Salento

e il proliferare degli insediamenti edilizi tra le cause del degrado

 

Il Salento è una delle ultime mete turistiche non ridotte a luna park. Quelli della Goletta verde ci tornano con la speranza di impedire che Otranto o Leuca diventino come Rimini. «I nemici sono la cementificazione delle coste e l’inquinamento che viene dall’abusivismo e dalla chimica in agricoltura», dice Rossella Muroni, romana e direttrice di Legambiente. 
I porti del Salento, la Goletta verde li conosce bene. Ieri, la barca che annuncia di aver vinto (quasi) la sua battaglia contro le  emissioni di C02, si è fermata a Leuca per lanciare allarmi contro il degrado ambientale e contro «l’industria del cemento che non risparmia le perle del Salento». Tra gli obiettivi-simbolo, l’albergo di Punta Saponara, vicino a Torre Lapillo, nel territorio di Porta Cesareo, un tempo bellissima e poi martoriata dall’abusivismo e da una diffusione delle seconde case. A Punta Saponara, a sette metri dalla battigia e sulla sabbia sta nascendo un albergo con una volumetria spropositata, proprio all’inter - no dell’area marina protetta. Legambiente ce l’ha con gli amministratori comunali colpiti dalla frenesia di concedere concessioni e autorizzazioni a costruire un po’ di tutto, case, stabilimenti balneari, parcheggi. Sotto tiro, il Comune di Salve.     Ma l’argomento clou è un altro: la qualità delle acque e il funzionamento dei depuratori. Dice Isidoro Spirolazzi, consigliere circoscrizionale di Milano, innamorato del mare di Leuca: «Non è più il Salento di un tempo. Di questo territorio abbiamo parlato bene a centinaia di amici. Ora non so. I tecnici dell’Arpa sostengono che la schiuma grigiastra e marrone di mucillagine non è dannosa. Ma un viaggiatore non cerca analisi chimiche, si affida allo sguardo. E la mucillagine ferisce e degrada».
   Un bel pugno nello stomaco. I responsabili della Goletta verde glissano. Rossella Muroni, accompagnata da Maurizio Manna, della segreteria regionale di Legambiente, sostiene che la qualità delle acque è migliorata grazie ai depuratori. «I pericoli vengono dai corsi d’acqua e dagli scarichi abusivi».
   Spirolazzi e la gente del Nord non riescono a spiegarsi come mai l’abusivismo si sia sviluppato senza un contrasto deciso. E ancor più rimangono esterefatti in presenza di costruzioni non collegate alla fogna. «E’ facile - aggiungono - scoprire gli abusi, è assurdo questo stato di illegalità». 
   Sulla barca c’è una piccola folla: volontari, gli amministratori della Pura depurazione, la società dell’Acquedotto pugliese che gestisce i 175 depuratori in Puglia, ci sono curiosi; c’è il neo assessore regionale al turismo, Magda Terrevoli, ma non c’è nessuno degli amministratori di Castrignano del Capo. Un’assenza che fa rumore. «Devono essere loro a difendere i diritti dei cittadini, anche di quelli che hanno scelto il Salento per la vacanza», dicono i turisti.     La tramontana ha «pulito» molti tratti della costa. Ma chiazze di mucillagine sono segnalate in diversi posti, anche sullo Jonio. Qualche sindaco ha considerato le notizie sulla sporcizia in mare un attentato al buon nome della località turistica. La realtà è che la situazione del mare salentino, negli ultimi anni, è peggiorata e che è venuto il tempo di difendere l’integrità della costa finora sottratta alle mire edilizie.    Su un punto c’è convergenza tra i presenti: la guerra agli scarichi fognari abusivi. La Pura depurazione ha interesse ad ampliare la platea dei clienti dei depuratori, anche per farli funzionare al meglio delle potenzialità. Legambiente ne fa una questione cruciale per eliminare fonti d’inquinamento in azione da molti anni. I turisti vorrebbero che i sindaci si mettessero alla testa di questa battaglia senza paura di perdere le elezioni.     Quante sono le case che scaricano abusivamente nei pozzi a perdere? Sicuramente decine di migliaia, ma manca un censimento. I comuni se ne sono sempre disinteressati, la società Acquedotto potrebbe fornire una prima banca dati perché molte di queste case sono servite proprio dall’Acq per l’acqua potabile.     Terrevoli, da qualche giorno alla guida regionale del turismo, sogna una civiltà di stampo scandinavo, dove tutto fili liscio nella difesa, da parte delle autorità, della qualità dell’ambiente. Terrevoli vorrebbe che tutte le concessioni e autorizzazioni amministrative fossero legate agli standard ecologici. Sulla barca sono tutti d’accordo.  
 
 
Fonte: gazzetta del mezzogiorno (T.T.)
  
   
 
 


Pubblicato il 16/07/2009


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