Il seggio è presso l'Hotel Tiziano
Primarie a Lecce, si vota fino alle 22
Pericolo-infiltrazioni
Salento - «Mi raccomando, devono portare un documento d’identità e anche un euro». La raccomandazione sarebbe stata sempre la stessa, ripetuta più volte, anche nello stesso giorno, a centinaia di persone. L'appello, ribadito anche in tre telefonate registrate - sarebbe partito dal centrodestra leccese con l’evidente intento di influenzare l’esisto delle primarie del centrosinistra attraverso degli “infiltrati” il cui obiettivo sarebbe stato quello di alterare il responso delle urne. Sul Nuovo Quotidiano di Puglia in edicola oggi viene pubblicato il contenuto di due telefonate.
Sl vota fino alle 22, il seggio è presso l'Hotel Tiziano. Da tempo negli ambienti politici salentini circolava la vice di una mobilitazione, da parte di esponenti del centrodestra, finalizzata a influenzare, e quindi a falsare, l’esito del voto di oggi. Il popolo del centrosinistra leccese è chiamato a scegliere fra tre candidati alla carica di sindaco di Lecce: la vice presidente della Regione Loredana Capone (sostenuta dal Pd), Carlo Salvemini (che ha l’appoggio di Sel e della Federazione della sinistra) e Sabrina Sansonetti (candidata dall’Italia dei Valori). Il vincitore sfiderà in primavera il sindaco uscente, Paolo Perrone (Pdl).
Sarebbero più di poche centinaia di persone quelle che il centrodestra della città starebbe cercando di portare alle urne per inquinare il risultato delle primarie. La grande macchina organizzativa del centrodestra avrebbe calcolato tutto con grande precisione e avrebbe fatto scendere in campo i politici più in vista della città che avrebbero contattato gli uomini più fidati, incaricando ognuno di loro di portare a votare dalle dieci alle 15 persone.
In tanti sono stati contattati - come si evince chiaramente dalla registrazione delle telefonate, in cui si fa riferimento in maniera esplicito al candidato delle primarie da “favorire” -, qualcuno si sarebbe anche rifiutato («non mi interessa proprio niente, che se li porti lui le persone a votare...») di prestarsi al gioco, consapevole anche che il diniego potrebbe avere ripercussioni negative («non voglio proprio, fatemi il favore di farmi lavorare in grazie di Dio»).
Tanti altri, invece, avrebbero risposto all’appello. «Ma là bisogna andare con documenti? Come funziona? Le persone si devono presentare con i documenti? Non so come funzionano queste cose. Come gli devo spiegare?», chiede in una delle tre telefonate registrate un cittadino “arruolato”.
Dall’altra parte del telefono a parlare è un esponente di grande rilievo del centrodestra locale: «Devono portare un documento d’identità e un euro pure. Ciao».
fonte: nuovoquotidianodipuglia
Pubblicato il 22/01/2012