Patù - Il ricordo di Marco

Portavoce del dolore, il parroco Agostino Bagnato

PATU. «L’intera comunità questa sera ha accolto un proprio figlio».


Patàù - Il parroco monsignor Agostino Bagnato non ha parole per esprimere l’amarezza e il dolore dei suoi parrocchiani, 1700 anime di una piccolissima comunità salentina dove tutti si conoscono. Lui ha visto crescere Marco nei suoi 13 anni di parrocato e conosce bene tutta la famiglia Pedone, a cui ha portato il commosso abbraccio della chiesa. Ieri sera, quando la bara con dentro il corpo dell’alpino è arrivata in paese, il sacerdote ha recitato alcune preghiere prima di benedire con l’aspersorio e baciare il feretro. «Conosco Marco da quando ha iniziato a frequentare la parrocchia per ricevere i primi sacramenti, dalla comunione alla confessione, fino alla cresima – ricorda – ora con il suo lavoro non poteva partecipare all’attività della parrocchia ma è sempre rimasto molto legato».
«La nostra piccola comunità era stata colpita da un altro grande dolore pochi mesi fa, quando morì il giovane Cosimo Schirinzi in un incidente stradale (avvenuto a Tricase a marzo di quest’anno, ndr) – ricorda don Agostino – ora si è abbattuta un’altra tragedia immane, che colpisce nel più profondo dell’animo una famiglia causando la perdita di un ragazzo amato e conosciuto da tutti. Marco è un eroe della patria – aggiunge il parroco – la partecipazione collettiva della gente, al momento del suo arrivo questa sera – commenta – è il segno dell’affetto verso il giovane e verso la sua famiglia da parte dell’intera cittadinanza». Una tragedia, quella capitata al militare patuense, che secondo monsignor Bagnato è anche frutto della mancanza di lavoro in queste contrade. «Oggi molti giovani sono costretti a emigrare e trovare lavoro altrove, sempre più spesso vestendo una divisa e correndo il rischio di incidenti. In alcuni casi mettendo a repentaglio la propria vita per donarsi agli altri, proprio – conclude - come ha fatto il nostro Marco».

mauro ciardo

 


Pubblicato il 14/10/2010


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