Gagliano del Capo - Emergenza sbarchi

I parroci della zona propongono un punto attrezzato di prima accoglienza

Gagliano Del Capo – Emergenza sbarchi

La proposta della chiesa

Subito in zona un punto attrezzato di prima accoglienza

di mauro ciardo

 

Gagliano del Capo – “Ora si pensi ad un centro di accoglienza qui da noi che sia di supporto a quello di Otranto”.  A lanciare l’iniziativa, l’altra notte,  sono stati i parroci di Gagliano, di Arigliano e Tiggiano, che hanno coordinato le operazioni di assistenza ai migranti appena sbarcati e accolti nell’ospedale “Daniele – Romasi”.

Don Lucio Ciardo è il motore del Banco delle opere di carità e da anni segue e assiste, attraverso tanti volontari, migliaia di disperati alla ricerca di un pasto. Padre Gino Buccarello e don Antonio Morciano attraverso la Caritas, cercano di soddisfare i bisogni primari di tanti sfortunati. Per tutti e tre la sfida di assistere chi arriva dall’altra sponda dell’Adriatico non fa paura.

“Ci sono momenti – hanno commentato – in cui il centro di accoglienza di Otranto non ce la fa a sostenere il peso degli arrivi in massa. Oggi stiamo assistendo ad un aumento impressionante degli sbarchi e la maggior parte avviene sulle nostre coste.” In effetti la costa tra Gagliano e Leuca sembra quella maggiormente preferita dagli scafisti, che spesso partono dalla Grecia e dalla Turchia. “Da qui – è l’idea che viene lanciata – nasce la volontà di proporre, magari attraverso la diocesi dopo che ne avremo discusso con il nostro vescovo, la gestione di una struttura di accoglienza in zona, che sia in grado di assistere le persone bisognose una volta che hanno messo piede in Italia”. Di strutture libere da sfruttare allo scopo ce ne sono tante, va sottolineato, basta solo organizzarsi e procedere prima che il via vai di extracomunitari che sognano una vita migliore, diventi un’emergenza cor risvolti difficilmente prevedibili (vedi i lcaso di Lampedusa).

“Ora approfondiremo meglio la questione – hanno assicurato – sperando di trovare terreno fertile”.

Accanto ai sacerdoti sono pronte a fare la loro parte decide di famiglie (come è accaduto l’altra notte al “Daniele-Romasi”), che da anni collaborano alle iniziative sociali a favore degli umili, accumulando cibo, vestiti, prodotti per la scuola e per la casa,e a volte elargendo sostegni in denaro. Il Capo di Leuca, insomma, si conferma Terra d’accoglienza, così come ha avuto già modo di dimostrare in anni recenti.

 


Pubblicato il 12/12/2011


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