Corsano - Ufficio postale trasferito

Mobilitazione contro la decisione

CORSANO -  MOBILITAZIONE CONTRO LA DECISIONE
  L’ufficio postale trasferito in una sede periferica La rivolta parte dagli anziani duemila firme per dire «no» 


C O R S A N O -  Scoppia la rivolta contro il trasferimento dell’ufficio postale.  Sono almeno 2mila le firme, presentate in municipio e indirizzate alla direzione nazionale di Poste italiane, raccolte per chiedere lo spostamento dell’attuale sede non all’estrema periferia del paese ma in centro. L’iniziativa è stata presa dall’associazione «Anziani insieme» guidata dal presidente Carmelo Licchetta, che ha deciso di andare di casa in casa e di raccogliere le adesioni anche per strada pur di far sentire la voce di chi, impossibilitato a percorrere almeno due chilometri di distanza, chiede di individuare un altro sito per l’ufficio postale.  Oggi la sede è all’incrocio tra via Bari e via San Bartolo, in un edificio difficilmente accessibile soprattutto dai diversamente abili che spesso hanno lamentato   il disagio. Poste italiane ha quindi deciso il trasferimento in un’altra struttura, nella zona 167, a quasi due chilometri dal centro e al confine con Alessano. Lo scorso marzo venne presentato il progetto per la realizzazione del   la sede ma l’ufficio tecnico comunale ha opposto un rifiuto riscontrando alcuni difetti. Poste italiane ha presentato un ricorso al Tar, che verrà discusso il prossimo 29 settembre. Gli anziani nel frattempo continuano la loro battaglia. «Alla nostra petizione, se si tiene conto dei minorenni e degli emigranti, ha aderito quasi tutta la popolazione corsanese – rimarca Licchetta con il vicepresidente, Donato Orlando – abbiamo presentato la nostra lamentela al Comune e al prefetto, ma anche a Poste italiane di Bari e Roma. Dalla capitale ci è stato risposto che serve un ufficio di almeno 200 metri quadrati e che la sede in periferia va bene. Non è così per noi, per i disabili, per le mamme con i bambini e per chi non ha un veicolo. In centro ci sono tante   sedi che eviterebbero penalizzazioni ai cittadini-utenti».

mauro ciardo


Pubblicato il 23/09/2010


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