Allarme da Tricase porto a Novaglie
UNA DENUNCIA DI «SOS COSTA SALENTO» E LA MINACCIA DI INTRAPRENDERE AZIONI LEGALI
Schiume maleodoranti in mare allarme da Corsano a Tricase
E il depuratore consortile torna sotto accusa. Un appello alle autorità
C O R S A N O. «La costa da Corsano a Tricase è inquinata dagli scarichi del depuratore». La prossima stagione turistica potrebbe essere disastrosa per le località della fascia adriatica meridionale se, stando all’allarme lanciato da Sos costa Salento, continueranno a essere versati in mare i reflui del depuratore consortile.
Si tratta dell’impianto che serve anche le limitrofe Alessano e Tiggiano. Le sue acque di scarico, che sfociano in località Canale del Rio, in questi giorni hanno riempito di schiuma il litorale tra Novaglie e Tricase Porto. «In un sopralluogo effettuato il 28 aprile dai nostri volontari, lungo tutto il canale naturale che va dallo sbocco del depuratore al mare», sostiene il presidente del sodalizio, Luigi Russo, «si è constatato che i liquami che fuoriescono sono ancora ricchi di schiuma e altre sostanze, segno che i processi di purificazione non sono adeguati o forse non sono sufficienti. Amministratori e tecnici», aggiunge, «garantiscono che ci si trova al di
sotto dei massimali di emissione previsti per legge e quindi le cose vanno bene, ma gli occhi e l’olfatto dicono l’opposto, tanto che qualcuno comincia ad ipotizzare un vero e proprio disastro ambientale in piena zona del parco naturale Otranto-Santa Maria di Leuca, visto che nello stesso tratto sfocia anche il depuratore di Tricase».
Un’emergenza che potrebbe avere effetti catastrofici sull'imminente stagione estiva. Non è la prima volta che viene lanciato l’allarme sugli scarichi. Alcuni mesi fa i risultati negativi dei prelievi portarono all’emissione di un’ordinanza di divieto di balneazione dalla marina di Guardiola fino alla Grotta azzurra di Novaglie. La situazione, già critica tra dicembre e gennaio, ora sarebbe peggiorata e l’area inquinata si sarebbe estesa per diversi chilometri.
«Dopo sei mesi il mare è diventato impraticabile da tutti i punti di vista», lamenta Russo, «per effetto di questa schiuma galleggiante, non degradabile, che ora staziona continuamente nella stupenda baia di Corsano. Anche la vegetazione terrestre e marina ne stanno risentendo, con la morte per avvelenamento degli arbusti e delle alghe. Tutto il tratto di mare da Tricase Porto a Novaglie è in uno stato di emergenza e certamente nelle prossime settimane la situazione peggiorerà. Facciamo appello alle autorità competenti ad autorizzare lo spandimento delle acque sui campi limitrofi, come proposto in un incontro tra l’assessore provinciale all’ambiente Gianni Scognamillo e il sindaco Biagio Raona».
Questa sarebbe una soluzione tampone, utile però a non compromettere la stagione estiva. «Se entro dieci giorni non ci saranno segnali evidenti», annuncia Russo, «daremo avvio a una serie di manifestazioni per allertare i cittadini, fino alla richiesta di risarcimento danni ai responsabili di questo disastro ambientale».
mauro ciardo
Pubblicato il 30/04/2009