Due le vittime accertate, soccorsi 41 migrantii
Naufragio a Brindisi, almeno trenta dispersi
Due le vittime tra coloro che erano a bordo dell'imbarcazione a vela. Soccorsi 41 migranti
BRINDISI (ANSA) - E' fermo a due vittime il bilancio del naufragio avvenuto ieri sera sul litorale di Torre Santa Sabina, nel brindisino, di una barca a vela con la quale alcune decine di asiatici tentava di approdare clandestinamente sulle coste pugliesi. Sono 41, secondo fonti della prefettura, le persone soccorse: 33 in buone condizioni, che si trovano ora nel centro Cara di Restinco, a Brindisi; due ricoverati in ospedale a Ostuni e sei ricoverati nel nosocomio di Brindisi. Nell'area circostante la zona del naufragio sono continuate nella notte le ricerche anche in condizioni abbastanza difficili di vento e di mare. C'é anche un elicottero della guardia di finanza che sorvola l'area e presto s'immergeranno di nuovo i sommozzatori dei vigili del fuoco per scandagliare dal mare la costa rocciosa. I corpi delle due vittime sono stati recuperati sugli scogli poco dopo il naufragio; le altre 41 persone sono state trovate e soccorse da polizia, carabinieri e guardia di finanza mentre vagavano nelle campagne circostanti alla riceca di aiuti o di mezzi con i quali riuscire ad allontanarsi dalla zona.
I migranti sulla barca - una imbarcazione a vela, che si chiama Gloria e batte bandiera Usa - secondo la testimonianza di sopravvissuti erano almeno una settantina. Si spera che, come era accaduto per molti di coloro che sono stati soccorsi, anche i circa 30 che mancano all'appello si siano messi in salvo a nuoto e si siano allontanati dalla costa del naufragio a piedi. Gli immigrati soccorsi sono tutti uomini; tra loro vi sono quattro minorenni (tra i 16 e i 17 anni). Si tratta per lo più di afghani, iracheni e cittadini del Bangladesh. La barca a vela - di 14 metri - era partita cinque giorni fa dalla Turchia: tutti hanno dovuto pagare per la traversata. All'arrivo sulla costa brindisina in un tratto di rocce frastagliate, il barcone si e' incagliato contro gli scogli, dinanzi a Torre Santa Sabina, a una ventina di chilometri a nord del capoluogo messapico, e si e' rovesciato. L'allarme per il naufragio e' stato dato da un passante ai carabinieri che hanno allertato la capitaneria di porto. Nelle ricerche e nei soccorsi sono tuttora impegnati, oltre a carabinieri e polizia, guardia di finanza, personale della protezione civile e personale sanitario degli ospedali di Brindisi, Ostuni e Carovigno.
L'allarme per il naufragio è stato dato da un passante ai carabinieri che hanno allertato la capitaneria di porto. Le persone soccorse sono state condotte in una struttura ecclesiastica nelle vicinanze del luogo dell'incidente. Molte di loro sono state trovate da carabinieri e polizia mentre si allontanavano a piedi dal luogo dell'incidente o vagavano nelle campagne alla ricerca di un luogo dove trovare aiuto. L'ansia maggiore dei soccorritori sta nel probabile numero delle vittime.
"Secondo un testimone - dice l'assessore regionale Fabiano Amati, che si trova sul posto - a bordo del barcone c'erano 70-80 persone. Molti dei sopravvissuti sono scappati via subito dopo il naufragio del barcone e, per questo, comprendere quante siano effettivamente le vittime, per ora, è assai difficile: tuttora i carabinieri e la polizia sono impegnati nelle ricerche nelle campagne qui intorno". Intanto l'area dell'incidente viene illuminata da un elicottero dei vigili del fuoco, mentre i sommozzatori scandagliano le acque antistanti. Sulla costa sono impegnati, oltre a carabinieri e polizia, guardia di finanza, personale della protezione civile e personale sanitario degli ospedali di Brindisi, Ostuni e Carovigno.
Erano anni, ormai, almeno dal 2003, che la Puglia non era costretta al tragico conto delle vittime delle carrette del mare, dopo che per tutti gli anni Novanta l'Adriatico si era trasformato in un mare di sangue. "Non possiamo più convivere - ha detto stasera il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola - con il naufragio di migliaia di uomini e donne in fuga da guerra, fame e povertà. E' necessario rimettere al centro delle politiche di accoglienza umanità e solidari. (ANSA)
Pubblicato il 27/11/2011