Alessano - Tutti in piazza contro Radio padania

Si chiede il blocco delle trasmissioni

Alessano in piazza contro Radio Padania
«Bloccate subito le trasmissioni»


Alessano, protesta contro Radio Padania
di Gabriele ROSAFIO



ALESSANO (17 gennaio) - Alessano insorge contro Radio Padania. L’emittente radiofonica della Lega Nord, che dallo scorso 20 dicembre trasmette nel Salento sulla frequenza 106.5, è da tempo al centro di un’intricata polemica. Quasi nessuno la vuole, ma la legge parla chiaro: può occupare frequenze libere sul territorio nazionale. La solita manfrina italiana. Secondo la legge Mammì, infatti, Radio Padania, rappresentando l’espressione di una particolare istanza culturale, è una "radio comunitaria". L’unica, in Italia, insieme a Radio Maria. Come tale, stando all’articolo 74 della Finanziaria del 2001, gode di un regime “privilegiato”. In concreto, può sfruttare una frequenza libera e iniziare a trasmettere inviando una semplice comunicazione al ministero competente. Se entro 90 giorni la trasmissione non interferisce con altre emittenti, la frequenza è acquisita. Questo l’aspetto legislativo. Ma il caso di Radio Padania, che da ormai un mese trasmette nell’etere grazie ad un ripetitore ubicato nel comune di Alessano, ha provocato la rivolta di locali esponenti politici, di cittadini comuni e di un’altra emittente radiofonica, Radio Nice, che lamenta interferenze con la sua frequenza.

Così, ieri mattina, un centinaio di persone si sono date appuntamento nella centrale piazza “don Tonino Bello”, ad Alessano, per manifestare contro la radio di Umberto Bossi e compagni. In prima linea sul fronte del “no”, la maggioranza dell’assise consiliare alessanese. «Bisogna bloccare le trasmissioni radiofoniche di Radio Padania – ha esordito Luigi Nicolardi, sindaco di Alessano –. Il Salento si è sempre caratterizzato per lo spirito di accoglienza nei confronti dei bisognosi. È inverosimile che su questo territorio possano veicolare messaggi contro gli extracomunitari e contro i meridionali».

Dello stesso avviso è sembrato essere il primo cittadino di Salve, Vincenzo Passaseo, giunto per solidarizzare in questa battaglia. «A distanza di 150 anni dall’Unità d’Italia – ha stigmatizzato Passaseo – non dobbiamo ritornare a fare i briganti per difenderci dai settentrionali, che occupano illegittimamente le nostre frequenze». Tra i sindaci giunti per manifestare il proprio dissenso contro la l’emittente leghista anche Ivan De Masi, primo cittadino di Casarano. Un fronte compatto, che ha visto – tra una dichiarazione e l’altra – sfilare una decina di bandiere sventolate dai simpatizzanti del movimento “Regione Salento”.

Ma non sono tutti contro Radio Padania. C’è anche chi sostiene che nell’era della globalizzazione sia impensabile ragionare secondo logiche territorialiste. «Il dissenso non si manifesta in questo modo – ha affermato l’avvocato Paolo Marasco, consigliere di minoranza ad Alessano – . Se qualcuno ritiene che l’operato dei responsabili di Radio Padania sia illegittimo, agisca giudizialmente. Ci sono problemi molto più seri di questo. In una nazione democratica non possiamo impedire ad un’emittente di trasmettere liberamente. Come in tv, saranno i cittadini, se lo riterranno opportuno, a cambiare frequenza». La questione, intanto, potrebbe approdare sui banchi di Palazzo Madama e Montecitorio. Il sindaco di Alessano, infatti, ha scritto ai parlamentari salentini, invitandoli a proporre una modifica legislativa.
 


Pubblicato il 17/01/2011


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