Alessano - Appello della Fondazione Don Tonino e Pax Christi

No alle leggi xenofobe

ALESSANO APPELLO DI PAX CHRISTI E FONDAZIONE


«Ricordate don Tonino no ai respingimenti»

 

  A L E S S A N O. «Costruiamo ponti di pace, non leggi xenofobe». Parte dalla fondazione «Don Tonino Bello» e da Pax Christi un appello al Governo a fare un passo indietro rispetto alla decisione di respingere i barconi di clandestini prima che entrino nelle acque territoriali italiane.  Quello del'immigrazione clandestina è un tema che lo stesso don Tonino, compianto vescovo di cui è in corso il processo di beatificazione, aveva affrontato indicando nella società multirazziale l’occasione per sperimentare la «convivialità delle differenze». «Dalla Conferenza episcopale italiana - commentano don Salvatore Leopizzi, consigliere nazionale di Pax Christi (associazione fondata da monsignor Bello), e Giancarlo Piccinni, presidente della fondazione alessanese - sono stati manifestati dubbi e preoccupazioni sul cosiddetto «pacchetto sicurezza», evidenziando ambiguità giuridiche e rischi morali di alcuni provvedimenti che, identificando il clandestino come criminale, violerebbero la dignità e i diritti umani soprattutto delle donne, dei bambini, dei malati e dei più deboli. Anche la Conferenza europea delle commissioni giustizia e pace della Chiesa cattolica - ricordano - ha invitato i futuri parlamentari, in vista delle elezioni, ad elaborare politiche comuni giuste in materia di asilo e di immigrazione, mentre Benedetto XVI, davanti al grande muro che separa israeliani e palestinesi, ha constatato con grande amarezza che in un mondo in cui le frontiere vengono sempre più aperte è tragico vedere che vengono tuttora eretti dei muri». Da qui l’invito. «Sentiamo in questi giorni ancora più attuale il monito profetico del nostro don Tonino Bello. È necessario perciò - concludono Leopizzi e Piccinni - alimentare la lampada della speranza con l’impegno quotidiano a diventare, in ogni circostanza, costruttori di ponti, inventori di network che ci facciano sentire indissolubilmente collegati nella stessa rete di umana e planetaria solidarietà, al di là di ogni frontiera e di ogni discriminazione».

mauro ciardo


Pubblicato il 20/05/2009


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