Il disco di questo mese è un piccolo capolavoro nascosto tra i mostri sacri del progressive degli anni 70. Fu pubblicato nella seconda metà del decennio, precisamente nel 1977, e porta la firma di colui che fu il primo chitarrista dei Genesis: Anthony Phillips. La timidezza di questo musicista è leggendaria, e la sua difficoltà nell'affrontare il pubblico fu la causa dell'abbandono della leggendaria band subito dopo Trespass.Il primo album solista del primo chitarrista dei Genesis
Fortunatamente Phillips non abbandonò la sua fedele sei corde, e incise questo disco speciale con la collaborazione di Mike Rutherford, Phil Collins e John Hackett, fratello di Steve, ai flauti.
Riguardo il genere musicale, The Geese and the ghost è parecchio difficile da catalogare. I contrasti tra atmosfere delicate e ritmi più incalzanti, e le lunghissime suite, elementi tipici del progressive ci sono tutti. Ma gli strumenti utilizzati strizzano l'occhio alla musica classica. La ritmica è ridotta all'essenziale, completamente affidata alla chitarra, che tra le mani di Phillips ha la capacità di rapire dalle sin primissime note (Wind tales), che ci fanno subito calare nel medioevo, in un'atmosfera fiabesca, piena di fanfare reali, di duelli e colpi di cannone.
Nella versione su CD del disco è presente una bellissima bonus track, Master of time, non mixata, lasciata allo stato grezzo.
Il pezzo con cui scopriamo questo disco è la seconda traccia, che si intitola Which way will the wind blows, e che racchiude in pieno lo spirito del disco.
Andrea Torre
Pubblicato il 29/03/2009