Italia Nostra dice no al nuovo Santuario
LEUCA GLI AMBIENTALISTI SUL SAGRATO CON CARTELLONI E STRISCIONI
Italia Nostra ribadisce il «no» all’ampliamento del santuario
E parte un’interrogazione ai ministri Bondi e Prestigiacomo
SANTA MARIA DI LEUCA. Italia nostra torna sul sagrato della basilica “De Finibus Terrae” per dire no alla costruzione di un nuovo edificio alle spalle di quello attuale. La sezione Sud Salento del sodalizio, presieduta da Marcello Seclì, ieri mattina si è ripresentata a Leuca con cartelloni e striscioni. L’associazione ambientalista si batte contro la costruzione di un edificio destinato al culto, dal costo di sette milioni di euro, su un’area di dieci mila metri quadrati.
Lo scorso 28 novembre il Comune di Castrignano del Capo approvò una variante allo strumento urbanistico e nelle scorse settimane, a sostegno del progetto, intervenne il rettore della basilica, monsignor Giuseppe Stendardo, che rimarcò la sua tesi sulla necessità di un edificio per accogliere i milioni di pellegrini in transito dal'estremo lembo salentino. Italia nostra però non ci sta e incassa un’interrogazione parlamentare che sarà presentata dal deputato del Pd Maurizio Turco al Ministro per i Beni culturali e a quello per l’Ambiente, entrambi del Pdl. «L'associazione», spiega Seclì, «non intende, né ha mai inteso portare avanti questa battaglia per osteggiare la legittima frequentazione della basilica. Per evitare che questo luogo così simbolico venga alterato da qualsiasi manufatto è necessario evitare la realizzazione di interventi di cementificazione. Intendiamo proseguire nella nostra azione», conclude, «per evitare che Leuca e il suo promontorio perdano definitivamente il fascino di luogo emblematico del corpo e dell’anima».
fonte: gazzetta del mezzogiorno (m. c.)
Pubblicato il 16/02/2009