VADO A LECCE di Franco Ungaro. Venerdì 24 giugno ore 19,30 al Palazzo del Principe di Muro Leccese

VADO A LECCE di Franco Ungaro. Venerdì 24 giugno ore 19,30 al Palazzo del Principe di Muro Leccese
 
Venerdì 24  giugno alle ore 19,30  presso il Palazzo del Principe di Muro Leccese    Franco Ungaro presenta in collaborazione con il Circolo Arci-Biblioteca di Sarajevo di Maglie  VADO A LECCE al Palazzo del Principe di Muro Leccese.  Sarà in compagnia di Giusi Trazza (Associazione Liberi Cantieri) e Paola Cillo (Arci Biblioteca di Sarajevo)
 
L’ultima avventura letteraria  di Franco Ungaro prosegue, dopo Lecce sbarocca,  lungo il solco della narrazione urbana. Con Vado a Lecce artisti storici e scrittori in giro per la città  (Edizioni Kurumuny)  Ungaro  ha raccolto e selezionato  testi di oltre quaranta autori, salentini e non, che dagli anni Quaranta  ad oggi hanaino raccontato Lecce attraverso  parole, canzoni e  poesie,  articoli e saggi.
 
Come scrive Massimo Bray nella prefazione ‘la multiforme raccolta di Ungaro non si limita certo a questo: mescola generi e lingue diverse – marble floor e marble stairs sono ciò che colpisce l’immaginazione di Lee Ranaldo in Lecce, leaving, mentre il grande tenore Tito Schipa canta in salentino la sua Lecce gentile e beddha come un vero e proprio paradisu ’nterra – e ci offre allo stesso tempo un affresco della città che narra sé stessbaa attraverso i suoi artisti, scrittori, giornalisti e poeti, e un mosaico di impressioni fugaci, emozioni, meditazioni scaturite dalla penna dei viaggiatori che l’hanno visitata’.
 
L’affresco che ne viene fuori  è di una città che incanta e sorprende, emoziona e ammalia, come pure di una città che, non di più e non di meno di altre città, nasconde colpe inconfessate, limiti e contraddizioni
 
C’è  la Lecce affascinante dell’oro e della pietra barocca , C’è chi racconta il passaggio dalla città povera e contadina degli anni Quaranta   e  Cinquanta a quella  gaudente degli anni Ottanta con i prodromi della movida perenne,  da quella visceralmente irrequieta e febbricitante di  Edoardo De Candia e Tonino Caputo a quella ‘patafisica’, strampalata di Nonciclopedia o alla Lecce innevata di Bjorn Larsson. ­­­­­­ C’è Lecce vista con gli occhi e il cuore di unmigrante dal Libano, c’è la Lecce degli innamorati ciechi (Tito Schipa)  quella degli innamorati esigenti . Autori per i quali la geografia si fa poesia, atlante dei sentimenti.
 
Lecce viene raccontata in auto da Giorgio Caproni, in bicicletta con gli strani incontri di Bruno Brancher,  a piedi da Antonio L. Verri, da una moto come fa il rapper Aban oppure da un treno in partenza (Mario Perrotta) o infine davanti alla plancia gialla attaccata sul treno Milano-Lecce che Roland Barthes osserva nella stazione meneghina.Luoghi, personaggi, caratteri, storie e microstorie narrate da punti di vista, ispirazioni e prospettive diverse con dettagli, curiosità e qualità letterarie diverse.
 
Vado a Lecce è infine un invito a custodire la memoria e la bellezza della città, un invito ai cittadini, leccesi e non, a scrivere altri e nuovi racconti della città con le proprie immagini e impressioni, con il proprio stile e punto di vista per un progetto artistico e letterario che può e deve diventare  condiviso e partecipato attraverso il coinvolgimento di nuovi attori.
 
Franco Ungaro è stato sino al marzo 2015 direttore dei Cantieri Teatrali Koreja di Lecce. Ha fondato l’Accademia Mediterranea dell’Attore (www.accademiaama.it) e nei giorni scorsi è stato nominato direttore artistico del Teatro San Domenico di Crema. Oltre a numerosi articoli in quotidiani e riviste nazionali e internazionali ha pubblicato Dimettersi dal Sud (Laterza 2006), Lecce sbarocca (2011).
 
 
 Franco Ungaro
338 3746581
 

Pubblicato il 23/06/2016


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