Salento - Un Decreto Legge mette in discussione la presenza dei Comuni nelle società partecipate

Allarme per la gestione di alcuni porti salentini

 MELENDUGNO - IL SINDACO POTÌ CHIAMA A RACCOLTA I POLITICI LOCALI E CHIEDE DI FERMARE IL DECRETO
  Porto «scippato»
  Un decreto legge mette in pericolo   la presenza dei Comuni nelle società partecipate 

Salento - La gestione del porto di San Foca «scippata» al Comune? Il sindaco Vittorio Potì non ci sta e chiama araccolta i parlamentari salentini.  La questione nasce dal decreto legge del 31 maggio scorso in cui si stabilisce che a partire dal primo gennaio 2011 tutti i Comuni italiani con meno di 30mila abitanti non dovranno più far parte di alcuna società partecipata. La conseguenza è l’obbligo da parte dei Comuni di vendere le partecipazioni entro il 31 dicembre 2010. Comuni come Melendugno o Castrignano del Capo che fanno parte delle società che gestiscono i rispettivi porti di San Foca e Santa Maria di Leuca saranno costretti a   vendere ai privati le proprie quote, come anche il comune di Galatina che sarà obbligato a cedere ad altri le proprie partecipazioni alla Fiera galatinese.  Il sindaco di Melendugno però non ci sta e chiede aiuto al mi   nistro Raffaele Fitto e a tutti i parlamentari salentini: «Se l'obiettivo della norma, che intende eliminare sacche di spreco, può essere condivisibile – spiega Potì – occorre fare una distinzione tra partecipazioni che effettivamente costituiscono elementi di spreco e quelle virtuose che non comportano costi per l'amministrazione ed anzi costituiscono fonte di entrata, come appunto quella che gestisce il porto di San Foca. Inoltre il decreto – continua il pri mo cittadino – non tiene conto di quelle partecipazioni in società miste che hanno carattere puramente strumentale, perchè costituite al solo scopo di ottenere l'indispensabile coinvolgimento di soggetti privati nella realizzazio   ne di infrastrutture il cui finanziamento da parte dell'Unione Europea è riservato esplicitamente ad amministrazioni pubbliche o a società miste». Potì ha elaborato una proposta di emendamento per i parlamentari salentini che   preveda la dismissione della partecipazione entro il termine di tre anni dall’approvazione in Consiglio o il mantenimento delle quote alle società partecipate che non siano protagoniste di perdite di esercizio o rifinanziamenti.

fonte: gazzetta del mezzogiorno a firma  A. Ancora


Pubblicato il 23/06/2010


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