IL FUTURO DI MASSERIA TAGLIATELLE PER UNA POLITICA DEI BENI PUBBLICI

 
IL FUTURO DI MASSERIA TAGLIATELLE PER UNA POLITICA DEI BENI PUBBLICI
Le Officine Cantelmo di Lecce hanno ospitato l'incontro conclusivo del laboratorio di partecipazione.
 
Binario Zero, Cava delle fate e Caveau sono i tre progetti vincitori del Laboratorio di partecipazione, promosso dall’Assessorato alla rigenerazione e innovazione sociale del Comune di Lecce, per il futuro della Masseria Tagliatelle. Nella mattinata di domenica 14 ottobre alle Officine Cantelmo di Lecce si è tenuto l'incontro conclusivo del percorso che per circa tre settimane ha coinvolto 50 partecipanti per generare un cambiamento condiviso nelle pratiche di valorizzazione e gestione dei beni comuni della città. Partendo da cinque temi si è attivata una grande riflessione condivisa all’interno della Masseria Tagliatelle, complesso masserizio, la cui origine risale al XVI secolo, collocato nel parco urbano delle ex cave di Marco Vito, disegnato da Alvaro Siza, nel quartiere Leuca – Ferrovia.
 
Dopo l'introduzione dell'assessora Rita Miglietta e del curatore dei laboratori Ledo Prato, i partecipanti (divisi in sei gruppi di lavoro) hanno presentato alla commissione i progetti di gestione elaborati in queste settimane, frutto del confronto con tredici esperti di livello nazionale.
 
«Per noi questo è un giorno festa perché siamo felici di come sia andato il laboratorio. I progetti ci raccontano cosa i partecipanti hanno immaginato per il futuro di Masseria Tagliatelle, disegnando alcuni scenari e vocazioni possibili di questo prezioso edificio che si trova in un contesto molto importante della città, prossimo al cantiere del ribaltamento della stazione ferroviaria, immerso in un grande parco, sul quale sta prendendo forma il ponte di Alvaro Siza», ha sottolineato Rita Miglietta. «Io credo che tutti quanti abbiamo imparato molto da questa esperienza, i curatori dei laboratori hanno saputo trasferisci le loro esperienze senza sovrapporle alle nostre ma cercando l’interazione con il contesto della città. Io ho imparato molte cose, in particolare che se i cittadini non sono protagonisti attivi di un qualsiasi progetto non può esserci vera rigenerazione, e che le Amministrazioni pubbliche per attuarla hanno bisogno del sostegno di nuove figure competenti che siano acceleratori di innovazione. Credo che siamo stati capaci di condividere un investimento pubblico che l’amministrazione non ha fatto da sola ma insieme a tutti i partecipanti che hanno regalato il loro tempo per prendere parte a questi laboratori. Hanno lavorato architetti, grafici, giovani avvocati, archeologi, gruppi interdisciplinari fatti da persone che magari hanno già esperienze di gestione di spazi e persone che invece non hanno alcuna esperienza ma semplicemente la voglia di partecipare».
 
«Dopo le parole iniziali del nostro laboratorio (fiducia, futuro, felicità) per questo incontro conclusivo ho pensato ad altre tre parole: sogno, speranza e sapienza», ha esordito Ledo Prato. «Il sogno è la capacità di vedere quello che ancora non c’è. L’essere capaci di mettere a frutto il capitale di fiducia condiviso in un momento storico come quello odierno in cui non c’è spazio per i sogni, ancorati come siamo al principio di realtà che governa ogni nostra azione impedendoci di prendere il volo. La speranza, il tendere verso una meta, il coraggio di riaprire il vaso della vita, un rischio da correre che ci apre al futuro, la certezza che una cosa pensata ha senso realizzarla in ogni caso. La sapienza, l’ assaporare, il sentire dentro di sé, l’ afferrare il senso profondo delle cose, che è nel contempo inquietudine, insicurezza, abbandono, coraggio».
 
Subito dopo c'è stata la presentazione dei sei progetti che hanno "immaginato" il futuro della Masseria e del Parco: Binario Zero, Cava delle fate, Caveau, Hub della fiducia, Mut e Porta del salento. I "portavoce" hanno avuto a disposizione dieci minuti per illustrare (attraverso slide, video, audio, parole e immagini) idee e sostenibilità economica. La commissione, presieduta dall'architetto Giuseppe Paladini e composta da Ledo Prato, Claudio Gnessi, Renato Quaglia e Alessandro Leon, ha premiato quelle che ha ritenuto le idee più innovative e sostenibili assegnando un premio di 8mila euro da utilizzare secondo un programma condiviso con l’Amministrazione Comunale per attività di valorizzazione della Masseria e del quartiere, per un periodo massimo di 90 giorni. «Tutti i progetti hanno al centro il tema della collaborazione e della complementarietà. Riferite sia al rapporto fra i partecipanti ai laboratori, sia al rapporto con i potenziali partner. Testimoniando con ciò di aver accolto il senso e il significato dell'iniziativa laboratoriste promossa dall'amministrazione comunale», ha precisato Prato. 
 
Binario Zero vuole essere un hub di comunità, un luogo in cui le realtà individuali e collettive che agiscono nel campo dell'innovazione culturale e sociale del territorio si incontrano, si contaminano, facilitano scambi in una continua relazione con la comunità prossima e con le comunità sovraterritoriali. Considerare la connettività, nel suo significato più ampio (tra competenze, persone, infrastrutture fisiche e logiche), un fattore abilitante dello sviluppo economico e sociale.
 
La Cava delle fate nasce per creare spazi per il viaggio interiore, la cura della persona e delle relazioni. Il progetto immagina un luogo di rigenerazione umana nella cura di sé e dell’habitat attraverso un viaggio negli spazi e nel tempo. Raccontare Masseria Tagliatelle e il Parco delle Cave partendo dal genius loci e puntando sugli aspetti dell’immaginario. Un luogo nato per l’otium di una famiglia nobile del 500 diventa un privilegio per tutti. Il Ninfeo (origine dell’esperienza sensoriale e temporale), la Casa delle Fate (quartier generale di tutte le attività) e il Parco delle Fate sono gli elementi costitutivi del Giardino di Delizie, un Museo Diffuso da mettere in rete con i beni della città e del territorio.
 
Caveau ha l'ambizione di trasformare il parco delle cave e la masseria tagliatelle in un suggestivo centro di arte contemporanea. Gli obiettivi principali che si prefigge il soggetto di gestione sono: attrarre artisti che lasciandosi ispirare dal luogo producano arte da inserire nel parco; Musealizzare il ninfeo delle fate con la realtà aumentata; cooking performance con le erbe spontanee presenti nella cava; Diffondere la cultura della sostenibilità edonistica attraverso laboratori con un approccio ludico; creare una ludoteca di vicinato immersa nel verde.
 
Nei prossimi giorni le sintesi dei vari progetti saranno pubblicate sul sito MasseriaTagliatelle.it. Dopo la proclamazione, le conclusioni sono state affidate a Loredana Capone (Assessora all'Industria culturale e turistica della Regione Puglia) e al sindaco Carlo Salvemini.
 
«Un bellissimo processo di partecipazione che ha visto il coinvolgimento di tutta la comunità e di tanti giovani, appassionati e professionisti, che ha consentito di liberare sogni rispetto ad un bene comune», ha sottolineato l'assessora Capone. «Ciascuno ha potuto esprimere la propria idea su quel luogo, l’idea di stare insieme in quel luogo. Perché non tutti vediamo le cose nello stesso modo, e non tutti immaginiamo che possano esercitare la stessa funzione. È questa la strada giusta. E oggi, qui, non ci sono tre progetti che vincono sugli altri, ci sono sei progetti per cui tantissimi giovani hanno profuso energie, impegno, passione, cui hanno regalato le proprie visioni e le proprie speranze. La Puglia che sa stare insieme è la Puglia di cui abbiamo bisogno, quella che può cambiare il corso delle cose, dimostrare che l’amore verso l’altro e verso la propria terra non è un difetto ma un pregio bellissimo e, probabilmente, l’unico modo per guardare a domani».
 
«In questo percorso abbiamo messo come amministratori tutto il nostro impegno e la nostra curiosità, accompagnati sempre dalla consapevolezza di poter essere fallibili. Oggi possiamo dire di essere soddisfatti di quanto è stato prodotto finora e di essere pronti per le nuove fasi che caratterizzeranno il percorso», ha concluso il sindaco Salvemini. «Abbiamo riscontrato nei partecipanti la disponibilità a sostenere fatica e studio e la capacità di tenere insieme, pensando e al contempo di cercando verifica pratica dei propri desideri, filosofia e scienza. In Italia l’idea di come si definisce la funzione dello spazio pubblico è una  straordinaria questione politica. Lo spazio pubblico non come mera progettazione architettonica dei luoghi e degli edifici ma come aree nelle quali le persone si riconoscono, si relazionano, si percepiscono. Quanto più nelle città costruiremo immaginari concreti con queste caratteristiche, tanto più saremo in grado di rimediare alla disgregazione, alla lacerazione, alla mancanza di solidarietà, a quei fuochi che si accendono in Italia e in altri paesi e mettono a rischio l’idea di una Unione tra paesi fondata sulle relazioni gli uni con gli altri e sui valori della condivisione e della pace. E questo lavoro di aratura, di fertilizzazione, di crescita di tanti spazi pubblici che si animano di attività, di relazioni in cui le porte si aprono, includono, accolgono, abbracciano, sono una grandissima lezione di maturità politica, di sensibilità culturale. Ecco perché abbiamo tanto bisogno di spazio pubblico e di investimenti sull’idea di pubblico, che è ciò che ci tiene assieme gli uni con gli altri».
 
Prima della rituale foto di gruppo, ai partecipanti è stato consegnato un attestato e il volume "Nimphis et pomo", progetto di ricerca sugli immaginari visivi e i valori identitari dei luoghi coordinato da Mauro Bubbico (curatore di uno dei laboratori).
 
Ufficio Stampa
Comune di Lecce
 
 
Società Cooperativa Coolclub
 

 


Pubblicato il 11/10/2018


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