Don Tonino Bello, chiusa l'istruttoria per la beatificazione

Don Tonino Bello, chiusa
l'istruttoria per la beatificazione


        
Salento - Ha sempre annunciato il Vangelo dell’“antipaura” come rimedio per le paure e le ansie del mondo. Oggi, a vent’anni dalla sua scomparsa, sta per concludersi il processo di canonizzazione di don Tonino Bello. La data fissata per la chiusura della sessione della fase della Causa che si dovrebbe concludere con la santificazione è quella del 30 novembre prossimo, nella Cattedrale di Molfetta, come ha annunciato il vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, monsignor Luigi Martella. Ieri, la conferma è arrivata pure dall’arcivescovo di Potenza e postulatore della causa di beatificazione di don Tonino, monsignor Agostino Superbo, nel corso della tavola rotonda intitolata “Don Tonino Bello, segni vivi di una presenza”, che si è svolta nell’antico seminario di piazza Duomo, alla presenza del vescovo metropolita, monsignor Domenico D’Ambrosio, del presidente della fondazione “Don Tonino Bello”, Giancarlo Piccinni, del docente dell’Università del Salento e presidente dell’associazione “Don Tonino Bello”, Mario Signore, e dell’assessore alle Politiche familiari del Comune di Lecce, Carmen Tessitore. «Nell'ultima sessione la documentazione raccolta sarà depositata in tre casse distinte, chiuse e sigillate - ha spiegato il postulatore della causa, monsignor Superbo -. Quella contenente gli originali sarà custodita nella Curia vescovile di Molfetta; le altre due casse, contenenti le copie o transunti, saranno consegnate a Roma alla cancelleria della Congregazione delle Cause dei Santi, in attesa del Decreto della Validità giuridica dell'inchiesta. Inizierà, così, la fase romana della Causa che dovrebbe concludersi con la beatificazione e canonizzazione di don Tonino Bello».

Il vescovo di Alessano, che ora è Servo di Dio, dovrebbe essere nominato “Venerabile”, ma i tempi non saranno brevi, come si sperava. «Casi come Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII sono eccezioni - ha commentato, infatti, il vescovo Superbo, smorzando gli entusiasmi dei fedeli -, motivo per cui credo che bisognerà aspettare un bel po’, ma io sono fiducioso, ho conosciuto don Tonino e sono rimasto colpito dalla sua spiritualità intima e profonda, mai pubblicizzata. I frutti della sua fede si raccolgono ogni giorno e a livello mondiale».
La causa va avanti: ora il passo successivo prevede una sintesi - la cosiddetta “Positio” - di tutto il materiale raccolto fino a questo momento. I testimoni ascoltati sono vescovi, sacerdoti, religiosi, collaboratori intimi di don Tonino Bello quando questi era sacerdote e, poi, vescovo, amici d’infanzia, parenti, amici di seminario e gente comune. «Ci sono anche altri due postulatori - ha aggiunto monsignor Superbo - Domenico Amato, che ha scritto l’ultima biografia di don Tonino, e una postulatrice argentina, che sta a Roma, Silvia Correale».

«Don Tonino ha vissuto tra la gente e per la gente - ha ricordato l’arcivescovo di Lecce, monsignor D’Ambrosio - è stato tra gli ultimi e con gli ultimi e per noi resterà sempre un luminoso esempio da imitare. Il processo per la beatificazione è lungo, ma in questa attesa saremo accompagnati dalla speranza».


Pubblicato il 02/10/2013


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