Il rifugio dei vip cerca un proprietario
Filograna vende l’hotel Costa Brada
L’azienda: «La Filanto è piena di debiti»
Il resort di Gallipoli simbolo della Puglia
Gallipoli - C’è anche il glorioso Grand Hotel Costa Brada di Gallipoli, uno degli alberghi più gettonati dai vip, tra i gioielli di famiglia che il Gruppo Filanto prevede di mettere sul mercato per far fronte a debiti complessivi per circa 55 milioni di euro. Ad annunciarlo è il dottor Antonio Russo, chiamato in qualità di consulente al capezzale dell’ex colosso imprenditoriale costruito dal cavaliere Antonio Filograna attorno al polo casaranese della scarpa che fu il più potente d’Europa. La vendita del Costa Brada, un luxury resort con 88 camere, parco privato, spiaggia attrezzata, piscina, zona welness, centro congressi, incastonato nella macchia mediterranea che si estende a ridosso delle splendide spiagge della baia del Pizzo, è stata programmata, come spiega lo stesso Antonio Russo, per far fronte alle forti esposizioni del gruppo oggi capitanato da Antonio Sergio Filograna, erede del cavaliere, scomparso il 6 agosto 2011 all’età di 89 anni. Fu lo stesso Antonio Russo, il 30 gennaio scorso, all’atto della firma del verbale sulla la cassa integrazione straordinaria per procedura concorsuale degli operai di Filanto, a pronunziare il requiem dell’azienda casaranese, scandendo parole chiare sull’impossibilità di trovare una ricollocazione per i lavoratori.
«Ieri mattina (lunedì, ndr) abbiamo depositato in Tribunale un accordo di ristrutturazione del debito - afferma il consulente - per fare in modo che almeno il marchio Filanto rimanga. Per la produzione di massa i costi sono troppo elevati e non si può fare nulla. La nostra intenzione è quella di dismettere alcuni beni - fa sapere Risso - che per noi non sono più strategici e questo al fine di raccogliere liquidità necessaria a pagare i creditori. Per il Costa brada ci sono tre ipotesi e prevediamo anche la cessione. Abbiamo debiti per circa 55 milioni di euro». Al Costa Brada soggiornano spesso personaggi del jet set, dello spettacolo e della televisione, tra cui gli ospiti del Premio Barocco, l’evento che da decenni impreziosisce l’estate gallipolina. Tra i tanti vip che hanno soggiornato di recente nell’albergo adagiato dinanzi alle acque dello Jonio, ci sono Manuela Arcuri, Mara Venier, Emilio Fede. Ma la possibile vendita del Costa Brada non è l’unico sacrificio che la famiglia Filograna viene chiamata a fare da quando l’impero creato dal cavaliere ha imboccato la strada del declino. A Milano, negli anni scorsi, è stato venduto anche l’Hotel Sir Edward, sulla la centrale via Giuseppe Mazzini. «Sono state scelte dolorose, ma necessarie - afferma Antonio Russo -, servite per mettere i soldi nella Filanto. La famiglia Filograna, per pagare gli operai ha dovuto privarsi di capitali ingenti. Si è fatto fronte con massicce dismissioni di patrimonio alle obbligazioni della Filanto. Il passivo, oggi, complessivamente, è di circa 55 milioni di euro, ma siamo fiduciosi di poter far fronte a questo problema con il nostro piano. C’è da discutere di istanze di fallimento che, in caso di accordo per la ristrutturazione del debito, vengono rinviate in attesa di valutazione delle intese proposte dalla Filanto. Tutto trasparente, tutto lecito. Il Costa Brada per i creditori è una grossa garanzia, ma una delle ipotesi è la sua vendita. C’è da tenere presente anche l’aspetto occupazionale: circa cento posti di lavoro in estate che noi intendiamo salvaguardare perché rappresentano una ricaduta importante in termini di reddito per il territorio».
«Sul piano abbiamo lavorato otto mesi - spiega ancora Antonio Russo - e speriamo che sia efficace. Noi pensiamo di sì, siamo abbastanza fiduciosi, anche perché abbiamo avuto l’adesione di molti creditori che, in linea di massima, hanno accettato la nostra proposta. Anche dal punto di vista fiscale non ci dovrebbero essere problemi, quindi, il percorso intrapreso per mettere le cose a posto dovrebbe proseguire ed avere un buon esito, salvo intoppi imprevedibili che, ovviamente, non auspichiamo».
Fonte:. corrieredelmezzogiorno a firma Antonio Della Rocca
Pubblicato il 27/02/2013